Commentario del 04.12.2018

IN PRIMA PAGINA
Piano per l'accordo con la Ue, Salvini e Di Maio aprono al deficit del 2% (Corriere). Intervista a Conte: "Ho il piano, convinco la Ue" (Avvenire). Deficit al 2%, la sfida Conte-Ue: altolà delle imprese al governo (Messaggero). Ultimatum di Boccia: "Conte, convinca i due vicepremier oppure si dimetta" (QN). Il manifesto delle imprese: "Governo, la pazienza è finita" (Repubblica). "Ascoltateli" titola il Giornale. Le imprese: manovra senza crescita, servono infrastrutture (Sole, FT e altri). E Torino rilancia il suo sì alla Tav (Corriere e tutti). Piazza Affari snobba Goldman Sachs che annuncia scenari cupi per il 2019: +2,2% (MF, Notizia Giornale). Pensioni d'oro: i tagli iniziano a 90mila euro (Stampa).
Decapitata la sanità, via il Consiglio superiore (Giornale). La ministra azzera il Consiglio superiore di sanità (Corriere). Consiglio di Sanità, vertice azzerato. Grillo: si rinnova (Messaggero, QN). E nella ricerca dimissioni eccellenti (Repubblica). Decreto Sicurezza, Mattarella firma: sì del Colle, missione compiuta (Notizia Giornale). Papà Di Maio si scusa. "Errori soltanto miei" (QN). La mossa M5S: ora stretta sul lavoro nero (Messaggero). Arriva la ruspa a casa Di Maio (Giornale).
Spagna: Vox, i populisti iberici contro i diritti di donne e migranti (Stampa). Per Trump al mondo serve un G3 (Stampa). Il Qatar lascia l'Opec, più duro lo scontro con Riad (Sole). Scontro sul petrolio, lo strappo del Qatar (Corriere). Il Qatar esce dall'Opec e scuote il Golfo (Stampa).
Carige, senza l'ok dei soci all'aumento, il rendimento del bond salirà al 16% (Sole). Malacalza verso il sì al subordinato di Carige (MF). Inchiesta: dal deficit al reddito di cittadinanza, i boomerang degli effetti annuncio (Sole).
Calcio, Modric pallone d'oro dopo Messi e CR7 (Repubblica e tutti).

ECONOMIA
Piano per l'accordo con la Ue, Salvini e Di Maio aprono al deficit del 2% (Corriere). Continua la trattativa Roma-Bruxelles, governo alla ricerca di 4 miliardi di risparmi. C'è un piano del governo per trovare un accordo con l'Ue. "Intesa rapida ma con correzioni" spiega il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Salvini e Di Maio aprono all'ipotesi del deficit al 2%. Conte ad Avvenire: "Ho il piano, convinco la Ue". Il premier: "Se recuperiamo somme è ragionevole che cali il deficit. Ho le proiezioni su Reddito e quota 100, sono indomito, non sono appagato fino a che non raggiungo il risultato". Il premier a tutto campo: "Siamo per l'immigrazione regolare, verificheremo gli effetti del decreto-sicurezza. Di Maio? Il più trasparente tra i politici italiani". L'asse che rassicura i due vicepremier è quello che da Conte porta a Juncker (Messaggero). Il premier punta tutto sul presidente Ue e sulle difficoltà di Parigi che va verso il 3%, mentre i falchi europei spingono perchè l'Italia riduca e non aumenti ancora il debito.
Piazza Affari snobba Goldman Sachs che annuncia scenari cupi per il 2019: +2,2% (MF, Notizia Giornale). La banca d'affari pubblica un rapporto sulla crescita globale intitolato Landing the plane che parla anche del nostro Paese la cui crescita del Pil per il prossimo anno è attestata solo allo 0,4%. Gli analisti della banca d'affari non si limitano ad analizzare ma si spingono fino alla funesta proiezione: l'Italia può gettare una "nube scura" sullo scenario dei mercati in Europa, e "le cose potrebbero dover peggiorare prima di vedere un miglioramento". La merchant taglia da +1 a +0,6% le stime sul Pil dell'anno prossimo. E prevede che la pressione sui Btp porterà a cambiare la manovra. Intanto però Piazza Affari recupera il 2,3% e spread cala a 283.
Dagli Stati Generali di Torino, arriva l'ultimatum del presidente di Confindustria, Boccia: "Conte, convinca i due vicepremier ad effettuare tagli per 4mld, 2 ciascuno, oppure si dimetta" (QN, Messaggero. Repubblica e tutti). In sala due terzi del Pil italiano e l'80% delll'export, il cui manifesto, ieri, era chiaro: "Governo, la pazienza è finita" (Repubblica). "Ascoltateli" titola il Giornale. Le imprese: manovra senza crescita, servono infrastrutture (Sole, FT e altri). Torino rilancia il suo sì alla Tav (Corriere e tutti). In oltre 3mila al raduno, in rappresentanza di 12 associazioni imprendioriali: "La nostra pazienza è quasi limite – prosegue Boccia -. È un segnale importante che si vuole dare all'esecutivo: "La Tav non serve? Se dobbiamo restituire un miliardo alla Francia e all'Europa perché qualcuno ha deciso che l'opera è inutile, che sia lui a pagare e non gli italiani". E lancia una provocatoria proposta al premier: "Se fossi in lui convocherei i due vicepremier e chiederei loro di togliere due miliardi per uno, visto che per evitare la procedura d'infrazione bastano 4".
Boccia fa notare che il governo ha convocato i vertici torinesi delle associazioni e non quelli nazionali: "Questo la dice lunga sull'idea che ha della Torino-Lione, come se fosse un fatto locale" Invece è "una questione nazionale", affermano compatti gli imprenditori. E le categorie produttive orgogliose ricordano: "Rappresentiamo il 65% del Pil".  La manifestazione pro-Tav di Torino sarà replicata il 15 dicembre a Verona mentre giovedì 13 a Milano scenderanno in piazza artigiani e piccoli imprenditori di tutta Italia e ieri c'è stata un'altra protesta nel capoluogo piemontese (Giornale e altri9. Un mal di pancia fatto soprattutto di delusione verso la Lega, che al Nord miete voti promettendo cose che poi non mantiene. Il dossier della "questione settentrionale" s'ingrossa di giorno in giorno. Intanto per la Torino-Lione la Ue offre altri 795mln di cofinanziamento (Messaggero): Bruxelles aumenta al 50% la propria quota per le opere transfrontaliere: ora per completare la linea ferroviaria all'Italia restano da stanziare solo 366mln.
Sulla Stampa (e altri) i 12 punti - in gran parte fondati sul rilancio delle infrastrutture, grandi opere, cura e manutenzione del territorio – proposti agli Stati Generali, che servono per ribaltare innanzitutto una manovra che, dice Boccia, "non avrà alcun impatto sulla crescita". E non affronterà nessuna delle zavorre che frenano chi produce. I punti salienti: un'Italia protagonista e forte, una società inclusiva, cosi per lo più a carico della Ue e quella Torino-Lione necessaria per avere un Corridoio mediterraneo e, di conseguenza, competitività. Il progetto puù stimolare una crescita di 11,3mld tra il 2020 e il 2027 e coprire la tratta Milano-Parigi in 4 ore e mezza.
La Lega sceglie il silenzio, ma ha un piano per riconquistare il mondo delle aziende (Stampa). Nessuna replica dal M5S, però domani Conte, Di Maio e Toninelli riceveranno la delegazione degli industriali. Il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli invece, dice al Messaggero: "Qui per dare una scossa al governo, capiscono solo di grandi numeri. Questa è una battaglia di crescita e di progresso. Tav superflua? Senza grandi opere l'Italia non può restare il secondo Paese manifatturiero d'Europa, sono la premessa necessaria per uno sviluppo moderno e sostenibili".

POLITICA
Decreto Sicurezza, Mattarella firma: sì del Colle, missione compiuta (Notizia Giornale). Ieri il Presidente della Repubblica, ha firmato per la promulgazione la legge di conversione del dl che porta la firma del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. E che detta nuove norme in materia di protezione internazionale, immigrazione, sicurezza pubblica e il funzionamento dell'Agenzia nazionale preposta all'amministrazione e all'impiego dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Una notizia che il leader della Lega ha accolto con un tweet. "Dalle parole ai fatti!". Salvini aggiunge: "E' necessario smontare le bufale che stanno circolando da giorni. Più diritti per i veri rifugiati e meno sprechi per quanti rifugiati non sono". Dal Viminale, invece, precisano che il decreto "non è retroattivo" e che "le eventuali uscite dal sistema di accoglienza di soggetti con protezione umanitaria avvengono, come in passato, alla consegna del permesso di soggiorno con il quale l'immigrato può avviare il proprio percorso socio-lavorativo".
Sanità, la Grillo azzera il Consiglio superiore (Messaggero, Stampa e tutti). Il minsitro rimuove con due anni di anticipo 30 professori e scienziati. La responsabile del dicastero vuole un Css composto da personalità di sua scelta e non ereditato dal governo precedente: "Ho deciso di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato rinnovando la composizione dei trenta membri di nomina fiduciaria".  Decisivi i recenti attriti sui vaccini. La presidente uscente del Css Roberta Siliquini non nasconde la delusione per il benservito: "In 6 mesi mai un incontro con esponenti del governo". I consiglieri "licenziati" sono per lo più luminari nel campo della medicina, dal ginecologo Giovanni Scambia all'oncologo Napoleone Ferrara.
Un altro componente, il cardiologo Antonio Colombo, si chiede "forse abbiamo sbagliato qualcosa?". Per l'ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia l'azzeramento del Css dipende da una questione di "fiducia politica".
Papà Di Maio si scusa. "Errori soltanto miei" (QN). Dopo il servizio andato in onda domenica a Le Iene, su Italia Uno, Antonio Di Maio attraverso un videomessaggio ammette il lavoro nero in azienda e conferma che "Luigi non sapeva, mi hanno trattato come un criminale" e poi aggiunge: "Conosco mio figlio, andrà avanti". Il papà del vicepremier avrebbe utilizzato come prestanome i figli per difendersi da Equitalia. Sul Fatto, invece, parla Luigi Di Maio: "Oggi metto l'azienda in liquidazione, devo occuparmi del Paese". E sulle 33 cartelle esattoriali che sono state notificate a Di Maio senior, per le quali ha tempo fino a venerdì per saldarle, il ministro del Mise dice: "A mia precisa domanda, mio padre ha risposto che non aderirà alla rottamazione". E aggiunge: "Non so se alcune cartelle si estingueranno, ma resta il fatto che su un debito di circa 180mila euro questo non migliorerebbe in maniera significativa la situazione di mio padre".
Sul Corriere, parla il procuratore della Repubblica, Francesco Cozzi, che sul Ponte Morandi, dice: "Prima di demolirlo dobbiamo preservare le prove: non ci vogliamo mettere nelle condizioni per cui qualcuno possa dire "si è dispersa la prova". In ogni caso per assecondare la richiesta di celerità potremmo disporre un dissequestro graduale". Il 7 dicembre il sindaco dovrebbe trasmettere ai periti incaricati il progetto prescelto.
Su tutti, in evidenza, la gaffe del ministro Toninelli che ieri, sulla questione di Genova si è lasciato sfuggire un "in pochi mesi, al massimo anni Genova tornerà ad essere più forte di prima"

ESTERI
Gilet gialli, non si tratta. La polizia a Macron: "Fai intervenire l'esercito" (Messaggero prima e p. 12 e altri). Niente incontro col governo, i portavoce che oggi avrebbero dovuto essere ricevuti dal premier Edouard Philippe si sono tirati indietro uno dopo l'altro: vittime di minacce di morte da parte dei più radicali, hanno giudicato inutile andare all'appuntamento se il governo non annuncia prima una moratoria sull'aumento delle tasse sul carburante. Ed Emmanuel Macron, almeno per ora, non cede. Ieri il presidente ha rinviato la prevista visita in Serbia, in serata è rientrato in anticipo da Bruxelles anche il ministro dell'Economia Bruno LeMaire per una riunione straordinaria all'Eliseo. Anche il partito di maggioranza chiede al presidente di accogliere qualche richiesta dei gilet gialli. "Non si può governare contro il popolo" gli ha ricordato il suo alleato, il centrista François Bayrou. Secondo il ministro della Cultura Franck Riester, il premier "annuncerà un gesto di apertura forte nei prossimi giorni". Preoccupazione per le manifestazioni di sabato prossimo a Parigi: donna di 80 anni uccisa in casa da un lacrimogeno.
Germania, entra nel vivo la sfida per il dopo-Merkel che non vale soltanto la Cdu, ma l'intera Europa (Repubblica). Tra Merz, Spahn e Annegret Kramp-Karrenbauer, quest'ultima appare favorita sugli altri due contendenti: ha 56 anni è l'ex governatrice della Saar ed è l'erede che la Merkel vorrebbe. Garantirebbe infatti continuità con il lavoro della cancelliera, elemento che per molti rappresenta il suo limite.
Il Qatar sbatte la porta: addio (e guerra) all'Opec (Corriere prima e p. 12 e tutti). L'annuncio di Saad al-Kaabi, ministro del petrolio dell'emirato, non sarà privo di conseguenze, immediateedi più lungo periodo. E' dall'estate scorsa che il piccolo stato è oggetto di forti pressioni politiche e di un embargo commerciale da parte dei suoi vicini mediorientali Egitto, Bahrain, Arabia Saudita e Emirati che lo accusano di sostenere il terrorismo e l'Iran, a sua volta arcirivale storico del Regno saudita. Il Qatar rimane comunque un attore pesante nello scenario del Golfo. Non solo perché ospita un'importante base militare Usa, ma soprattutto perché  è un gigante su quello del gas naturale, di cui è il primo esportatore mondiale. Ma da un punto di vista dell'andamento del mercato ha influito poco o nulla l'annuncio shock: nonostante la forte valenza politica, le implicazioni sono semmai ribassiste. Sulla Stampa (p. 9) il retroscena su cosa potrà accadere con l'uscita di Doha dal club dei Grandi del petrolio.

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