Commentario del 26.01.2020

PRIME PAGINE
Lega-Pd, l'Emilia decide (Corriere): duello finale tra Salvini e governo (Repubblica). Per Avvenire è un voto regional-nazionale. Governo in gioco, nelle urne c'è il destino dei leader (Messaggero). Conte si blinda (Stampa): il premier nel bunker (Verità). "Mandiamoli tutti a casa" titola il Giornale. Libero: per il Pd è un voto a perdere. Comunque vada, sinistra alla frutta. Il Fatto dà del "fuorilegge" a Salvini che rompe il silenzio elettorale sui social.
Coronavirus, la grande paura cinese: "Il virus si espande" (Repubblica). l'allarme di XI: "L'epidemia accelera". Stop ai viaggi di gruppo (Corriere). Adesso il virus minaccia la Cina (Stampa). Anche l'Ue si mobilita (Sole). Contagio possibile anche da portatori sani (Messaggero).
Pensioni, 64 anni e assegno ridotto (Messaggero). Quota 100, in campo l'alt anticipato (Sole). Intanto Verità attacca: più tasse (dal 25 al 75%) a 1 mln di italiani.
Commercio internazionale: guerra dei dazi, Trump colpisce acciaio e alluminio (Sole).

ECONOMIA
Riforma previdenziale, in pensione a 64 anni con il contributivo: il governo cerca i fondi (Messaggero in prima e p.2). Domani via al confronto tra governo e sindacati sulla flessibilità per superare Quota 100. Avanza l'ipotesi dell'uscita anticipata, compensata dalla riduzione dell'assegno. Per coprire le maggiori uscite potrebbe essere ripristinato l'aggancio con l'aspettativa di vita, sospeso un anno fa. Tra i temi sul tavolo del negoziato ci sono anche l'assistenza, i lavori gravosi e l'assegno di garanzia per i giovani. Tito Boeri alla Stampa (p.14) dice: "Esiste una terza via fra chi propone di cancellare la legge Fornero e il ricalcolo pienamente contributivo. Basterebbe evitare di avvantaggiare chi esce prima rispetto a chi decidesse di attendere: sarebbe una ragionevole scelta di equità oltre che di sostenibilità finanziaria. Si tratterebbe di ridurre la pensione di circa 1'1,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni". Anche il Sole (in prima e p.3) evidenzia come, con il via al confronto, torni il tema dell'addio a Quota 100: il superamento consentirebbe di evitare disavanzi aggiuntivi, liberando margini di bilancio per finanziare la nuova flessibilità necessaria ad evitare lo "scalone" di inizio 2022, che scandirebbe la chiusura della sperimentazione triennale di Quota 100 e il ritorno ai requisiti della Fornero. Intanto, Messaggero (p.2) segnala la crescita record della spesa previdenziale italiana fino al 2030 registrata dal Rapporto Ue. I calcoli parlano di una riduzione della spesa da qui al 2070, ma nel medio periodo va diversamente: da qui al 2030 l'Italia è il sistema con il maggior incremento di spesa (+1,6%) e il secondo (+1,4%) nei dieci anni successivi.
Mentre il governo avvia il taglio "sperimentale" del cuneo fiscale e progetta la riforma complessiva di una Irpef rispetto a cui Repubblica (p.14) parla di giunga, la Verità (in prima e p.7) attacca  per la "fregatura" rifilata a 1 mln di partite Iva: tasse in crescita tra il 25 e il 75%. I soldi per il taglio del cuno fiscale arrivano dalle tasche dei forfettari – scrive la Verità -: oltre 300 mila contribuenti vengono espulsi dal regime agevolato e altri 700mil perdono detrazioni e agevolazioni per effetto delle modifiche alla flat tax sotto i 65mila euro.

POLITICA
Urne aperte in Emilia-Romagna e Calabria, l'ultima lite è sul silenzio elettorale (Corriere p.2 e tutti): duello Lega-Pd sugli appelli online fuori tempo. Salvini rompe di nuovo il silenzio, ma anche la Lega accusa Bonaccini (Avvenire p.8). Battaglia di post su internet, così la propaganda bipartisan ha rotto il silenzio elettorale (Stampa p.2). Il Fatto (in prima e p.2) dà del "fuorilegge" a Salvini: altro che silenzio, il leader leghista parla sui social. Salvini scatena la macchina di comunicazione online – scrive la Stampa (p.3) – per convincere gli indecisi. L'affluenza sarà la chiave del voto (Avvenire p.9). In Emilia sarà sfida all'ultimo voto – segnala il Messaggero (p.4) -: decisivi affluenza ed elettori M5S. Bonaccini punta sui 100 mila elettori delusi: "Se torneranno a sinistra – dice - ce la facciamo" (Stampa p.2). E il leader delle Sardine, Mattia Santori, al Fatto (p.6) dice: "il vero outsider è Bonaccini. L'Emilia-Romagna è divisa in due. Da una parte, quelle persone che oggi andranno solo a mettere una X. Dall'altra, quanti, per ragioni di vita, di volontariato, di associazionismo, costruiscono giorno dopo giorno la comunità in cui vogliono vivere". Ma si guarda soprattutto ai possibili risvolti sul governo di un voto che Avvenire definisce "regional-nazionale". "Emilia e Calabria, il voto che fa tremare il governo" scrive il Giornale (p.2). Salvini sfida il governo e partono le manovre in Parlamento (Repubblica p.6): Salvini e Meloni puntano a far cadere l'esecutivo in caso di successo in Emilia, ma Conte e Zingaretti dicono: avanti comunque. Ma dai transfughi 5S a Fi c'è già chi pensa a nuove maggioranze. Il premier si blinda (Stampa) e prepara il piano contro il rischio voto: al lavoro fino al 2023 (Corriere p.3). Per il Messaggero (p.6) la sorte dei leader, da Conte a Salvini, da Di Maio a Zingaretti, passa dak Bologna. Esecutivo giallo-rosso al bivio. I dem: se si perde, rischio crisi (Messaggero p.5). Zingaretti, in caso di sconfitta in Emilia, pronto a chiedere una verifica seria, altrimenti si andrà ad elezioni. Mentre una vittoria rafforzerebbe Conte e il Pd, con 5S e Italia viva che avrebbero un ruolo minore. Ma Libero (in prima e p.2) dà una lettura diversa: per il Pd sarà comunque un voto a perdere. Una sconfitta sarebbe una disfatta epocale. Ma, anche in caso di vittoria di Bonaccini – scrive Libero -, sarebbe la vittoria del politico che ha nascosto il suo partito.

ESTERI
Coronavirus, la Cina ora ha paura (Repubblica in prima e p.2 e tutti). Il presidente Xi Jinping parla di "situazione grave" per il virus che "accelera": sono 41 i morti e gli Usa evacuano i diplomatici.   Intanto, sono stati bloccati tutti i viaggi organizzati (Corriere p.8 e tutti). Paura per il virus che ora si "nasconde" in pazienti senza sintomi (Messaggero p.8 e altri). Virus che – secondo indiscrezioni riprese dal Giornale (in prima e p.10) – sarebbe partito da un laboratorio militare.
Libia, a una settimana dalla Conferenza di Berlino, la guerra è ripresa, anche se per ora a un livello relativamente minore (Repubblica p.28 e altri). Per arrivare alla conferenza di Berlino con uno strumento di pressione in più, Haftar da venerdì 17 aveva deciso il blocco progressivo di tutti i terminal petroliferi. Sembrava solo una "pistola sul tavolo", invece sta diventando uno strumento di guerra. L'Alto rappresentante per la Politica estera Ue Borrell a colloquio con il Sole (p.5) dice: "Il segnale politico è che l'Europa è tornata al centro della scena dopo che le sue divisioni, così come il ritiro della missione Sophia, hanno lasciato un vuoto colmato da Turchia e Russia. Spero che potremo presto annunciare il ritorno della missione Sophia. In questo momento la tregua regge – segnala Borrell -, anche se vi sono scambi di colpi d'arma da fuoco vicino all'aereoporto di Tripoli".
Corriere (p.10) torna a citare il nome di Gheddafi: a Sirte, roccaforte del colonnello, in molti vogliono al governo il figlio Saif al Islam. Dopo l'arrivo dell'Esercito Nazionale libico, capitanato da Haftar, molti abitanti ringraziano l'uomo forte della Cirenaica ma puntano sul figlio di Gheddafi.
Tema Libia che si intreccia con la questione mediorientale e affari economi internazionali, come spiega l'ex leader dell'Spd tedesca, Martin Schulz, nell'intervista a Repubblica (p.18): "Gli europei devono usare tutti gli strumenti che hanno a disposizione per agire in modo determinato e unito. Un'Ue unita può raggiungere risultati in Iran e Libia. Mentre gli Usa hanno soprattutto un obiettivo: dividerci. Perciò dobbiamo imparare a definire la nostra strada a prescindere. Perciò è molto importante che venga tutelato il meccanismo finanziario che abbiamo sviluppato per fare affari con l'Iran entro i margini concessi dall'embargo. Anche gli Usa da soli non sono in grado di agire".
Intanto, Trump annuncia nuovi dazi su alluminio e acciaio (Sole in prima e p.5): Europa nella lista degli esentati. Dall'8 febbraio nuovi dazi del 25% sui derivati dell'acciaio e del 10% su quelli dell'alluminio. Il sottosegretatio agli Esteri, Ivan Scalfarotto, è pronto a partire per gli Usa per scongiurare tariffe contro l'Italia. E alla Stampa (p.10) dice: "L'Italia non andrebbe penalizzata in quanto non è nel consorzio che produce l'Airbus e ha un atteggiamento di lealtà nei confronti degli Usa. Anche gli Usa hanno interesse a non scatenare una guerra commerciale con l'Europa, perché il Wto sta scrivendo una sentenza sugli aiuti di stato degli Usa alla Boeing, che si concluderà con l'autorizzazione a Bruxelles ad imporre dazi. Noi siamo per seguire la strada degli accordi".

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