Commentario del 17.01.2020

PRIME PAGINE
Legge elettorale, no al referendum della Lega (Corriere e tutti). Schiaffo a Salvini (Stampa). La Consulta boccia il quesito per il maggioritario: è manipolativo. Respinto Salvini (Repubblica). Maggioritario addio (QN). Ora il proporzionale è più vicino (Messaggero). Per il Giornale, la decisione della Consulta è un "regalino" a Pd e M5S. Per la Verità, la candidata al Quirinale affossa la legge che può rovinarle i piani. "Consulta e Sardine – titola il Fatto - due sberle a Salvini": il movimento scippa alla Lega il centro di Bibbiano per il comizio del 24 gennaio.
Repubblica intervista il ministro Patuanelli: "I 5S devono stare nel campo riformista". Mentre Bersani a Repubblica dice: "Partito nuovo con Pd, sindaci e Sardine".
Giustizia, resta lo scontro sulla prescrizione tra Bonafede e Renzi (Corriere). L'invito di Libero al leader di Italia viva: "Coraggio, sgambetta il governo". Berlusconi: "La riforma è una follia giustizialista" (Giornale).
Concessioni autostradali, il piano di Autostrade: 7,5 mld e 1000 assunzioni (Stampa). Autostrade gioca la carta del piano: +40% delle spese pe manutenzione (Sole). L'ultima offerta di Aspi spiegata dall'ad Tomasi a Repubblica: "Per evitare la revoca, mille assunzioni e lavori per 7,5 mld. Pronti a discutere la rimodulazione dei pedaggi". Ma la ministra De Micheli dice: "Niente accordi, la loro manutenzione fa sentire insicuri".
Libia: dall'embargo al voto, ecco il piano Libia al summit di Berlino (Messaggero). Intanto, la Turchia di Erdogan lancia la sfida all'Eni in Libia (MF).
Europa. Sole intervista il commissario europeo Breton: "Industria Ue, rivedere le regole sulla concorrenza".

ECONOMIA
Il premier Conte incontra le multinazionali: "Investite in Italia, le tasse caleranno" (Repubblica p.11). Il numero uno di Palazzo Chigi incontra i vertici di Toyota, Basf, Nestlè e Nokia, assicurando stabilità: "Dureremo tre anni, non dubitate". Intanto, il titolare del Mise Patuanelli a Repubblica (p.4) dice: "Nelle prossime ore manderò un invito a tutte le forze di maggioranza per scrivere insieme il piando industriale di prossimi dieci anni, scegliere le priorità di sciluppo economico del Paese. Io penso al ruolo pubblico come spalla e guida degli imprenditori nel processo di transizione tecnologica del Paese. L'Ilva? Vogliamo continuare a lavorare per garantire una produzione siderurgica compatibile con l'esistente attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie. Stiamo vedendo se ci sono le condizioni per farlo con Mittal".
Concessioni autostradali, l'ultima offerta di Atlantia per evitare la revoca: assunzioni e investimenti (su tutti). A Repubblica (in prima e p.2-3) parla l'ad Tomasi: "Per evitare la revoca mille assunzioni e lavori per 7,5 mld. Pronti a discutere la rimodulazione dei pedaggi. Altrimenti 7 mila posti a rischio". Risponde il ministro Patuanelli, che a Repubblica (p.4) dice: "Niente accordi, la loro manutenzione fa sentire insicuri. La revoca è la conseguenza dei 43 morti nel crollo del ponte Morandi. Lo stato manutentivo delle strade  gestite da Aspi fa percepire un senso di insicurezza ai cittadini che salgono in macchina. Trovare eventuali colpevoli è compito della magistratura, non del governo. Il sistema delle concessioni doveva portare più investimenti, più sicurezza, pedaggi più bassi, ma ha portato solo utili per il privato, meno sicurezza e meno investimenti. Il rapporto tra profitti e investimenti del sistema delle concessioni è più alto che in qualsiasi altra realtà imprenditoriale". Intanto, il Governo prende tempo. Conte: il Consiglio dei ministri non esaminerà oggi il dossier sulla revoca delle concessioni, servono ancora tutti i pareri. La ministra De Micheli: "Nessuna volontà espropriativa".
Industria europea, il Sole (in prima e p.3) intervista il commissario Ue al mercato unico, difesa e spazio, Thierry Breton: "L'Europa è chiamata a difendere la propria sovranità e quindi deve essere capace di proteggere la propria industria, i propri servizi e in ultima analisi i propri cittadini. Ci sono 3 ambiti che potrebbero indurre a un'evoluzione delle regole: il Green New Deal, la graduale digitalizzazione dell'economia, e più in generale la situazione a livello globale".
Taglio del cuneo fiscale, il governo cerca l'intesa con maggioranza e parti sociali (Sole p.8). Oggi l'incontro tra governo e sindacati per illustrare il piano che prevede vantaggi per 14 mln di dipendenti (Messaggero p.8 e altri). Incremento del bobus di 80 euro a 100 mensili e super sconto per le retribuzioni fino a 35 mila euro. L'operazione costa 3 miliardi, tanto è stato stanziato nella legge di Bilancio per il 2020 – scrive Petrini su Repubblica (p.29) -. Tuttavia l'erogazione, come previsto, partirà dal luglio prossimo e dunque su base annua varrà 6 miliardi. Il problema si pone per il 2021: manca un miliardo. Resta aperto anche il problema del meccanismo di erogazione del bonus. Cesare Damiani, intervistato da Libero (p.19): "L'esclusione degli incapienti èa un errore per un governo che dice di avere grande attenzione per il sociale".

POLITICA
La Consulta ha bocciato il referendum sulla legge elettorale chiesto dalla Lega per eliminare la quota proporzionale. "Quesito troppo manipolativo" la motivazione della Consulta (su tutti). Ira del Carroccio, che parla di "furto di democrazia". Salvini – secondo la Stampa (p.4) – pronto a rilanciare con una raffica di quesiti. Invece i giallorossi esultano e spingono verso il proporzionale. Il ministro D'Incà alla Stampa (p.2-3): "E' una bella giornata. Noi in ogni caso da tempo avevamo imbastito un percorso: il proporzionale con sbarramento al 5% e con diritto di tribuna è un modello corretto che permette un dialogo maggiore tra un minor numero di forze politiche e una moderazione del linguaggio". "Siamo più stabili" è il mantra dell'esecutivo: telefonate di Conte a Di Maio e Zingaretti: "Si rafforza la prospettiva di arrivare al 2023" (Messaggero p.3). Il numero due della Lega Giorgetti al Messaggero (p.3) spiega: "E' un peccato per la democrazia italiana, speriamo non mortale. Sarà mortale se la maggioranza porterà a compimento, come temo, il proposito di tornare alla preistoria con il proporzionale". Per Verderami (Corriere in prima e p.2) la sentenza della Consulta e l'azione del Parlamento (che mira al proporzionale) avranno l'effetto di un Big one: salteranno i vecchi vincoli tra partiti e persino dentro i partiti. Ma la legislatura sarà destinata a durare, perché avrà il compito di garantire l'incubazione e la nascita dei futuri equilibri.
Intanto, governo alle prese con le grane della giustizia. Duello Bonafede-Renzi sulla prescrizione, l'appello di Conte a smorzare i toni (Corriere p.5). Ma è tensione anche tra il leader di Italia viva e il Pd, dopo l'attacco di Renzi al suo ex partito: "Vanno a rimorchio dei 5S". Zingaretti ribatte: "L'insuccesso gli ha dato alla testa" (Stampa p.5). Senaldi su Libero (in prima e p.4) chiede a Renzi di "sgambettare il governo". E l'azzurra Gelmini alla Stampa (p.4) aggiunge: "Renzi si è pentito del sì a Conte, adesso faccia cadere l'esecutivo".
M5S, continua l'emorragia al Senato (Messaggero p.7 e altri): perso un altro pezzo, mentre Toninelli si scalda per il dopo Di Maio (Corriere p.6).. Il ministro Patuanelli a Repubblica (p.4): "Ci sono addii personali, ma non un'emorragia. Discuteremo negli Stati generali dello Statuto, ci può essere l'esigenza di arrivare a una guida collegiale del Movimento, ma Rousseau deve restare centrale. Il bnostro campo è certamente quello riformista: la storia del Movimento parla di diritti dei cittadini, di lotta alle diseguaglianze, di ambienti, di diritti dei lavoratori".

ESTERI
Tensioni Usa-Iran, ritorno alla corsa atomica di Teheran (Corriere p.11 e altri). Rouhani annuncia l'incremento delle quote di uranio arricchito e "avverte" l'Europa, che potrebbe decidere di seguire Trump e ritirarsi dall'accordo sul nucleare. Germania, Francia e Regno Unito hanno avviato ieri il cosidetto "meccanismo di risoluzione delle dispute", tra due messi possono essere riattivate le sanzioni Onu, il che porterebbe alla fine effettiva del patto. Anche la Stampa (p.13) riporta il messaggio di Rohani all'Occidente: "Arricchiamo l'uranio oltre il limite posto dal trattato".
Libia, si va verso la conferenza di Berlino. "Embargo ed elezioni, ecco il piano per la Libia", scrive il Messaggero. Sono 55 i punti del documento. Tra questi lo stop alla vendita di armi da parte di Paesi stranieri. Secondo Repubblica (p.15) in Libia subito una forza civile europea e un nuovo governo di intesa nazionale. Europa pronta ad inviare militari in una seconda fase. "Solo guardiani di pace": l'Ue e il premier Conte guardano con favore a una missione dei caschi blu (Fatto p.16). Ma la Stampa (p.12) sottolinea lo stop di Mosca all'Ue: "Mai i caschi blu". Conte, dopo la visita ad Algeri, ha ribadito la posizione italiana: "La Libia non ha bisogno di nuovi combattenti". Nella bozza del documento del vertice anche il disarmo delle milizie e l'unificazione dell'apparato di sicurezza. Erdogan però tira dritto: "Altri soldati e trivellazioni".  Giornale (p.14) guarda al caos libico tra guerra e affari. Erdogan invia le truppe e vuole estrarre il gas. Il sultano: "Militari per garantire la stabilità". Anche su Verità (p.15) in primo piano le mosse di Erdogan: prima delle truppe manda navi davanti alla Libia per trivellare il gas. In vista della tregua da firmare a Berlino, la Turchia piazza le sue pedine: militari e concessioni. Tutto a nostro discapito.

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento