Commentario del 13.01.2020

PRIME PAGINE
In evidenza l'intervista del premier Conte al Corriere: "Ora la riforma dell'Irpef". Su Libero il doppio attacco al premier: nel mirino le sue "giravolte", ma anche la sua complicità sul caso della nave Gregoretti. Intanto, "sul decreto sicurezza, è tutto come prima" titola Repubblica.
Corriere intervista Giorgia Meloni: "Mai il proporzionale, pronti a fare le barricate". Nel M5S, Di Maio si smarca da Casaleggio: mossa del leader per uscire dall'angolo (Messaggero).
Pensioni e piano di riforma a 62 anni, il governo dice no alla proposta dei sindacati: "Costa troppo" (Repubblica). E Boeri scrive: abbassare l'età punisce i giovani.
Concessioni autostradali, revoca pronta per Aspi: ora il Pd è d'accordo con i 5S (Fatto).
Europa: nasce l'Ue verde: domani i dettagli del piano da 1000 mld (Stampa).
Esteri-Libia, oggi a Mosca si firma la tregua. In salita la missione di pace europea (Stampa). La tregua tiene. Di Maio: "Caschi blu Ue" (Fatto). Per il Messaggero, l'Italia invia più militari. Secondo Repubblica, a Tripoli la tregua non sa di pace.
Usa-Iran, da Trump lo scacco a Teheran: i ragazzi iraniani con lui (Giornale). Ma la polizia spara sulla protesta degli studenti (Stampa).
Altre notizie. Su tutti i quotidiani l'addio a Giampalo Pansa e lo "schiaffo" di Ratizger, che difende il celibato dei preti da Francesco.

ECONOMIA
Manovra economica e prospettive future, Conte rivendica quanto fatto e guarda al futuro nell'intervista al Corriere (in prima e p.2-3): "In soli tre mesi siamo riusciti a trovare 23 miliardi e, allo stesso tempo, abbiamo ridotto il carico fiscale per lavoratori, famiglie e imprese: in un anno faremo molto di più e l'Iva non aumenterà. Realizzeremo un'ampia riforma dell'Irpef e accelereremo il piano degli investimenti, creando una più intensa sinergia tra pubblico e privato. Confidiamo molto nei frutti dell'azione di lotta all'evasione. Anche per questo abbiamo investito ben 3 miliardi di euro per incentivare i pagamenti digitali, perché se tutti pagano le tasse, tutti pagheranno meno. Avremo anche più tempo per operare un'oculata revisione delle spese improduttive".
Repubblica (p.6) si concentra sul tema delle pensioni e riporta lo stop del governo alla proposta dei sindacati di uscita a 62 anni: costa troppo. L'anticipo dell'assegno, proposto da Cigl, Cisl e Uil, spiazza la maggioranza, ancora lontana dal trovare un accordo. Contro la proposta dei sindacati si schiera anche Tito Boeri, che in un'analisi su Repubblica (in prima e p.7), scrive: abbassare l'età della pensione è un attentato al patto tra generazioni. La storia del nostro debito pubblico ci insegna che quando la vita si allunga, anche la vita lavorativa deve adeguarsi. Per decennia bbiamo fatto il contrario: si viveva più a lungo e la vita lavorativa si accorciava, con il risultato che siamo arrivati a un passo dalla bancarotta, che ci ha costretto a cambiare rotta. Ora che la lezione è dimenticata, si perservera diabolicamente nell'assecondare la miopia dei più.

POLITICA
Elezioni regionali e orizzonte di governo, Conte al Corriere (in prima e p.2-3) spiega: "Il voto in Emilia-Romagna è importante, ma rimane espressione di una comunità regionale. Quanto alla verifica, si tratterà di un 'confronto' con le varie forze di maggioranza per impostare l'Agenda 2023. Da un primo scambio con le forze politiche ho compreso che conviene attendere ancora alcuni giorni. È ragionevole che il confronto slitterà a fine mese. Ma l'importante è ripartire con
maggiore coesione, chiarezza di obiettivi, massima determinazione. Vogliamo che l'Italia torni a correre". Premier che deve fare i conti con il doppio attacco di Libero (in prima e p.2-3) che mette nel mirino sia le "giravolte" politiche - "in un anno e mezzo ha detto tutto e il contrario di tutto a seconda delle proprie convenienze" - sia la sua "complicità" nel blocco della nave Gregoretti, per cui potrebbe essere processato Salvini. "Si mandi a giudizio anche Conte" scrive Libero, visto che la vicenda è del tutto simile a quella del caso Diciotti, per cui Conte si era accusato con Di Maio e Toninelli. Ma il premier al Corriere replica: "Tutta la fase decisionale riguardante lo sbarco è stata gestita dall'allora ministro dell'Interno. Se qualcuno mi contesta il generale indirizzo politico sul tema delle migrazioni, sono pronto a risponderne. Se però devo rispondere della specifica decisione riguardante lo sbarco di una nostra nave in un nostro porto, non posso affermare di essere stato coinvolto se questo non è avvenuto". Intanto, sul decreto sicurezza, l'attacco di Repubblica (in apertura): è tutto come prima, revisione soft solo dopo le Regionali.
"Quella della Gregoretti è un'altra vicenda indegna di una democrazia avanzata" spiega al Corriere (p.9) Giorgia Meloni, che difende l'operato di Salvini e critica Conte e il M5S. Poi la leader di FdI guarda alla legge elettorale: "Mai il proporzionale, il centrodestra le deve fare le barricate". A proposito di legge elettorale, partiti appesi al verdetto della Consulta sul referendum antiproporzionale chiesto dalla Lega (Messaggero p.6): mercoledì la pronuncia, se verrà ammesso il quesito, la strada del Germanicum proposto dalla maggioranza diventa più impervia.
Tensioni interne al M5S, Messaggero (p.4) ipotizza la mossa di Di Maio per placare la rivolta: Casaleggio conterà meno. Il capo politico pronto a staccare dalla Casaleggio Associati la gestione del Blog delle Stelle per evitare le accuse di conflitto di interessi. Aumenta però la pressione dei dissidenti. Il senatore 5S Dessì al Corriere (p.5) dice: "Non è una battaglia contro Di Maio".
Il nuovo Pd invece parte da un'abbazia (Repubblica p.8): due giorni nel reatino per Zingaretti con ministri, sindaci e governatore. I dem aprono alle Sardine: via i decreti sicurezza (Stampa p.7), anche se il segretario frena: "Non mettiamo il cappello ai movimenti". Bettini alla Stampa (p.8) propone "un'alleanza ampia Pd-M5S alle prossime politiche per sconfiggere la destra".

ESTERI
Libia, faccia a faccia Serraj-Haftar da Putini: atteso anche Erdogan (Messaggero in prima e p.2). Mentre si registra un'accelerazione da parte di Russia e Turchia sulla stabilizzazione del Paese africano, potrebbe tenersi domenica la conferenza di Berlino, in vista della quale si lavora sulla presenza dei libici. Il premier Conte al Corriere (in prima e p.2-3): "Dobbiamo lavorare per una soluzione politica, preparandoci all'appuntamento di Berlino. Dobbiamo approfittare di questo 'cessate il fuoco' per contrastare l'opzione  militare. A Mosca Sarraj e Haftar saranno chiamati a siglare questa tregua. Ora non ha importanza una rincorsa per rivendicare primati, ma è importante il coordinamento di tutti i soggetti". Mentre la tregua tra Tripoli e Bengasi regge, Di Maio rilancia la proposta dell'invio dei caschi blu (Fatto in prima e p.2). Ma crescono i dubbi di Bruxelles ed è più in salita la strada per la missione europea (Stampa p.4). Il rappresentate della politica estera europea Borrell non si schiera, mentre molti governi comunitari reputano l'iniziativa prematura. Il premier Conte al Corriere rivendica la posizione italiana: "L'incisività e la credibilità dell'Italia in politica estera è fuori discussione e con la Libia siamo in prima linea. Parliamo con tutti non per ambiguità, ma perché alimentiamo il dialogo ribadendo a tutti la nostra posizione, limpida e trasparente, politicamente insuperabile: la guerra allontana prosperità e benessere, se alimentata da attori esterni rischia di allontanare anche la prospettiva dell'unità e dell'autonomia della Libia". Reportage di Vincenzo Nigro dalla Libia su Repubbllica (in prima e p.12): la tregua di queste ore non sa di pace.
Medio Oriente, in Iran la rivolta dei giovani contro il governo dopo la notizia dell'aereo ucraino abbattuto dai Pasdaran (su tutti). Rivolta contro Khamenei: "Vergogna, vattene" il grido degli universitari in piazza (Stampa p.6). La polizia spara, Trump sta con i manifestanti (Messaggero p.9). "Il nemico ce l'abbiano in casa, non è l'America" dicono i ragazzi in piazza, che protestano anche contro carovita e corruzione. E i manifestanti invocano il ritorno dello Scià (Stampa p.5).
Il piano verde dell'Europa: mille mld di euro fino al 2030 (Stampa in apertura e p.2). Domani a Strasburgo verrà svelato il maxi-progetto di investimenti della Commisione europea: pronti un fondo per la "transizione giusta" e regole meno severe per gli aiuti di Stato. "Convinceremo anche i più scettici" assicura Von der Leyen, che punta su sviluppo e lavoro.

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