Commentario del 15.01.2020

PRIME PAGINE
In evidenza il caso in Vaticano su Ratzinger, il libro (Corriere e altri) e le sue lettere (QN). Ratzinger ritira la firma dal libro anti-Bergoglio. Ma il cardinale dice: "Sapeva" (Stampa). Per il Messaggero Ratzinger evita lo strappo. "Trattano Ratzinger come un rimbambito" titola Libero, mentre per la Verità "lo vogliono imbavagliare".
Libia: Haftar conferma il no alla tregua. Poi l'annuncio: andrà a Berlino (Corriere). Haftar rifiuta la Turchia come mediatore (Sole). Avanza l'ipotesi dei militari italiani (Messaggero). Ma, per il Giornale, Conte si arrende: niente soldati in Libia. Verità intervista Berlusconi: "Giallorossi incapaci. Abbiamo regalato la Libia ai turchi, ora parliamo con Putin".
Italia-Politica. Zingaretti a colloquio con il Messaggero: "Renzi punta a rompere. Noi stabilizziamo". Repubblica guarda al tema immigrazione. "Cancellare Salvini". Il dem Delrio, intervistato, dice: "Non ci basta modificare i decreti sicurezza, serve una nuova legge".
Europa, nel piano grenn Ue 7,5 mld per aiutare la svolta dell'industria (Sole).
Autostrade, il governo ha deciso: sarà revoca (Stampa).

ECONOMIA
Intesa sulla riforma fiscale, si parte col taglio del cuneo. Esteso il bonus di 80 euro (Messaggero p.4 e altri). Incontro tra il ministro Gualtieri e la vice Castelli, i tagli sul costo del lavoro sono il primo passo verso la nuova Irpef. E il titolare del Mef avverte: entro aprile la delega fiscale con la riforma dell'Irpef (Sole p.5). Entro fine mese arriverà invece il decreto sul taglio del cuneo, da luglio l'estensione dello sconto per i lavoratori e il possibile incremento di 20 euro al mese per chi già percepisce il credito d'imposta di 80 euro voluto da Renzi. Meno tasse per 14 mln di dipendenti (Corriere p.29), ma i sindacati chiedono misure più incisive. "Ok al taglio – dicono Cgil, Cisl e Uil, ma serve una riforma complessiva del fisco" (Sole p.5). Messaggero (p.5) fa i conti dei costi dello sconto ai lavoratori e dell'abbassamento delle aliquote: 5 mld. Però, dai progetti di riassetto restano fuori gli "incapienti", coloro che guadagnano meno di 8mila euro l'anno. Ma, secondo Repubblica (p.12), con il piano del M5S sul cuneo fiscale, a rischio 2 mln di redditi bassi: la trasformazione del bonus di 80 euro in detrazioni Irpef taglia il beneficio per chi ha un imponibile tra 8 e 11 mila euro.
Green new deal europeo, si parte con 7,5 mld: effetto leva e cofinanziamento permetteranno al fondo di arrivare a oltre 100 mld (Sole p.3). Presentato al Parlamento europeo il piano voluto da Ursula von der Leyen per la neutralità climatica entro il 2050. Ma il conto rischiano di pagarlo le imprese (Messaggero p.7): resta in sospeso il del trattamento degli investimenti "verdi" ai fini del Patto di Stabilità. Il ministro Gualtieri, a colloquio con la Stampa (p.5), spiega: "E' una grande opportunità per un Paese manifatturiero come l'Italia, che ha una forte vocazione alla sostenibilità e all'economia circolare, perché una parte significativa di questi investimenti potranno finanziare importanti processi di innovazione che intendiamo sostenere e incoraggiare. È moltoimportante - dice ancora - l'annuncio di una maggiore flessibilità e di una revisione del quadro delle regole sugli aiuti di Stato". Il Sole (in prima e p.3) si concentra sull'Italia, che otterebbe 400 mln per i grandi progetti di riconversione industriale. Secondo Basso sul Corriere (p.15) l'arrivo di centinaia di milioni dal Fondo Ue per la transizione ecologica è un'opportunità per il Sud e le regioni più industrializzate

POLITICA
Pd-M5S, Zingaretti rivendica il patto con i grillini: "Una sfida, altro che subalterni" (Repubblica in prima e p.2). Il segretario dem ribadisce: "Con questo governo cambiamento e discontinuità. Noi siamo l'unico pilastro contro le destre". Poi lancia la fase2 del rinnovamento del partito in cinque punti: rivoluzione verde, parità salariale uomo-donna, sburocratizzazione del Paese, aumento di spesa per scuola ed educazione, piano per l'assistenza sanitaria per le persone sole. E, a colloquio con il Messaggero (in prima e p.9), Zingaretti ribadisce: "Come Pd stiamo dimostrando di essere una forza responsabile che stabilizza l'esecutivo, senza protagonismi. Renzi? Credo che punti a rompere, che prima o poi proverà ad andare a elezioni anticipate per riprendersi la scena". Ma Renzi ad Avvenire (p.8) dice: "A me non interessa l'alleanza stabile. A me interessa il Paese stabile. Se Pd e 5S si vogliono sposare, è un loro diritto. Noi abbiamo fatto questo governo solo per evitare i pieni poteri a Salvini". Intanto, Zingaretti deve fare i conti con le tensioni interne al M5S, che minano la stabilità del governo. "Se dovesse servire – spiega Zingaretti - , con il premier Conte che rimane centrale, siamo pronti come Pd a farci carico anche di questo problema". Ma all'asse con i 5S, nel Pd c'è chi dice no (Corriere p.10): Gori e Orfini i più critici (Stampa p.6). Tra i dem cresce il malumore: "Ormai – dicono alcuni dem – ci stiamo appiattendo su di loro" (Messaggero p.9). Mentre il vicesegretario Pd Orlando al Corriere (p.10) lancia un appello al M5S: "Smettetela con l'antipolitica o il governo avrà problemi". Repubblica (p.3) intervista Delrio: "Se vuoi essere un grande partito riformatore dentro una società complessa devi essere in grado di tener dentro tante istanze. Sono affezionato alle Sardine, perché mi ricordano quel che diceva Hannah Arendt sulle rivoluzioni. I partiti devono sapersi mettere in ascolto di questo civismo e trasformare l'ascolto in proposta". E, a proposito di Sardine, il Corriere (p.11) intervista Giulia Trappoloni, volto femminile del vertice delle Sardine: "Noi in piazza, ma non per sempre. Se Conte di invita ci andiamo volentieri". Prodi alla Stampa (p.6) nega un suo coinvolgimento con le Sardine: "No, purtroppo non ci sono io dietro. Avrei voluto essere all'origine delle Sardine, che hanno creato un clima molto, molto particolare". Poi sul Pd, Prodi dice: "Credo che lo sforzo di Zingaretti di riportare il partito al dialogo sia assolutamente condivisibile. Tornare in campo? No". Prodi indicato da molti come possibile presidente della Repubblica dopo Mattarella, l'altro nome che si fa è quello di Berlusconi, che alla Verità (in prima e p.7) dice: "Il presunto antagonismo tra me e il professor Prodi è una leggenda: abbiamo percorsi politici e professionali che non sono paragonabili in nessun modo". Poi il leader di Fi guarda al centrodestra: "Con Salvini sono diversi non soltanto lo stile ma anche, almeno in parte, i contenuti: se cosi non fosse saremmo nello stesso partito. Ci unisce la convinzione di poter costruire insieme un futuro migliore per l'ltalia. Serve centrodestra unito: destra sovranista e centro liberale devono avere entrambi un ruolo".

ESTERI
Questione libica: Haftar lascia Mosca senza firmare. Ankara: "Se attacca, reagiremo" (Corriere p.4). Il leader di Bengasi chiede due giorni e annuncia: "Sarò a Berlino". Conte intanto va da Al Sisi: "Parli la diplomazia". Secondo il Messaggero (p.11) Haftar vuole trattare, milizie ed Emirati frenano. Si del generale, andrà a Berlino. Erdogan però avverte: "Rispetti la tregua o avrà una lezione". Intanto Di Maio boccia l'ipotesi Minniti: "Non serve un inviato della Ue". Secondo Libero (p.10) c'è lo zampino di Macron dietro il flop della tregua libica. Il generale Haftar, scrive il quotidiano, continua ad avanzare grazie all'appoggio militare degli Emirati, l'Eliseo frena sulla forza d'interposizione e boicotta i tentativi diplomatici europei. La Stampa (p.8) riporta le parole del ministro degli Esteri russo Lavrov, secondo cui non è stato raggiunto "nessun risultato definitivo ma l'impegno continuerà", chiedendo anche di "unire gli sforzi" compiuti da europei e Paesi vicini della Libia, nonché quelli di Russia e Turchia, e agire così "in un'unica direzione". 
Messaggero (p.11) parla dell'incontro tra il premier Conte e Al Sisi: spinta per la pace, l'ipotesi è quella dei soldati italiani schierati sulla linea del cessate il fuoco. Su Repubblica (p.6) le parole del premier Conte: "Si alla missione in Libia, ma solo in contesti sicuri". Mentre per il Giornale, Conte si arrende: niente soldati a Tripoli. Secondo Verità (p.9) Ankara minaccia Haftar, Giuseppi straparla: Conte va in Egitto e propone l'invio di soldati italiani nel Paese nordafricano, ma una forza di interposizione è una pessima idea. Verità (p.6) intervista Silvio Berlusconi, che attacca: "Che dilettanti i giallorossi, Erdogan in Libia riempie il vuoto lasciato dall'Italia". Il Cavaliere aggiunge: "Oggi un Gheddafi all'orizzonte non si vede. La Russia di Putin è la chiave per stabilizzare quelle aree. Ne va della sicurezza dei nostri soldati". Secondo Berlusconi "l'ambiguità di questo governo rende difficile la gestione delle crisi internazionali". C'è anche l'escalation mediorientale tra i temi e la posizione dell'Italia, in un ruolo subalterno: "Sono molto preoccupato dell'inettitudine del nostro governo". 
Intanto sul Messaggero (p.10) la questione Medio Orientale. Khamenei parla all'Iran: mano tesa ai riformisti. Alle preghiere del venerdì farà un discorso per fermare la rivolta in corso: non accadeva da 8 anni. Continuano intanto proteste e arresti e spunta un nuovo video: due missili hanno colpito l'aereo ucraino. Stampa (p.9) sottolinea come l'Europa accusi l'Iran di violazioni: a rischio l'accordo sul nucleare. Berlino, Parigi e Londra aprono la procedura di contestazione del Jcpoa. Entro 5 settimane le Nazioni Unite potrebbero varare nuove sanzioni. Sul tema anche Libero (p.11) che titola: "Trump vince ancora: l'Europa molla l'Iran".

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