Commentario del 06.01.2020

PRIME PAGINE
Tensioni in Libia e Medio Oriente in primo piano. L'Iran lascia gli accordi sul nucleare (Corriere). Venti di guerra tra Usa e Iran: i mercati riaprono tra le tensioni (Sole). Intanto, l'Iraq chiede il ritiro delle truppe americane e occidentali (Messaggero). Il Fatto scrive: accontentiamoli. Il premier Conte a Repubblica avverte: "I nostri soldati restano". E dal governo italiano fanno sapere: "Nessun ritiro senza accordo con gli Usa" (Fatto).
Libia nel caos, arrivano i soldati turchi dopo l'attacco al college (QN e Corriere). Il generale di corpo d'armata, Vincenzo Santo, alla Verità: "Sulla Libia ora bisogna muoversi in fretta". Il vertice con l'Ue verso il naufragio (Messaggero). Per la Stampa salta la missione europea. Di Maio, ora è a rischio la missione a Tripoli (Corriere).
Politica: concessioni autostradali e giustizia agitano la maggioranza. Il M5S va avanti con la revoca ad Autostrade, ma c'è il veto renziano e il Milleproroghe è a rischio (Messaggero). Per il Giornale sarà una settimana di fuoco tra prescrizione e caso Gregoretti.

ECONOMIA
Il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Barette, al Corriere (p.13) guarda già alla manovra del prossimo anno: "Impensabile affrontarla di nuovo sotto la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia, che rischiano di impegnare, come per il 2020, i tre quarti della manovra. Se vogliamo, come governo, recuperare margini per intervenire sull'economia, è bene cominciare a discuterne subito. Sappiamo che l'Iva e le tax expenditure, cioè gli sgravi, detrazioni e deduzioni, sono una giungla. Bene, è venuto il momento di addentrarsi in questa giungla e immaginare operazioni di rimodulazione per conseguire, per esempio, gli obiettivi che il governo si propone con la riforma del fisco. Voglio dire che non c'è solo il taglio del cuneo fiscale o la revisione delle aliquote Irpef di cui discutere, ma anche una eventuale rimodulazione dell'Iva".
Autostrade, M5S avanti con la revoca. Veto renziano: Milleproroghe a rischio. In prima sul Messaggero (e a p.6) e su tutti i giornali la replica dei grillini alle recenti dichiarazioni di Renzi,che ha ribadito il no alla revoca della concessione ad Autostrade. "Renziani e leghisti non fermeranno la revoca", è la replica di Di Stefano. Il premier Conte a Repubblica ribadisce che dal dossier Autostrade "sono emerse negligenze gravi e imperdonabili: ci confronteremo nella maggioranza perché tutti siano coinvolti nella dimensione politica della decisione finale. Ma è evidente che a fondamento di tale decisione ci dovranno essere le valutazioni tecnico-giuridiche sull'inadempimento del concessionario: solo così rispetteremo la memoria delle vittime della tragedia del Morandi e garantiremo la tutela degli interessi pubblici". Sulla distanza della posizione di Italia Viva è critico il Fatto (p.3): "i renziani parlano come se non fossero al governo: su prescrizione e autostrade parlano come se non fossero al Governo".
"Alitalia, per i nuovi soci ricominciamo da zero; sui commissari si cambia": è l'annuncio del ministro Patuanelli (Messaggero p.8). "Stiamo ricontattando tutti i potenziali partner, non solo Lufthansa. Valida la nomina nella compagnia. Per FS e Delta non c'è obbligo di presentare nuovamente un'offerta". Intanto, secondo la ricostruzione di Stampa (p.22) Lufthansa resta la principale opzione per il salvataggio dell'ex-compagnia di bandiera.

POLITICA
Governo in fibrillazione sia sulle concessioni autostradali che sul tema giustizia. Per la Stampa (p.10) sono evasione, bonus e meno tasse le tre carte del premier per disinnescare la verifica di maggioranza. Il riequilibrio slitta a dopo le elezioni in Emilia. Per il Corriere (p.12) sarà un gennaio a ostacoli per il governo, l'idea è far slittare il voto sull'autorizzazione a procedere su Salvini per il caso della nave Gregoretti. E il Giornale (p.6) segnala il "governo da bollino rosso" tra prescrizione eGregoretti. Ma, sulle fibrillazioni, il premier Conte a Repubblica (in prima e p.3) dice: "Deve primeggiare il senso di responsabilità e il bene comune. Sono fiducioso, bisogna lavorare fianco a fianco per realizzare alcune essenziali riforme per il Paese. Dobbiamo riuscire a tradurre in concreto le potenzialità dell'Italia, che deve esprimere una leadership negli investimenti green. Prioritario il sostegno alle famiglie e alla natalità. Dobbiamo riformare l'Irpef per abbassare ancora di più le tasse e proseguire nella lotta all'evasione. Continuare la lotta contro le disuguaglianze e far ripartire il Sud. Dobbiamo migliorare il servizio "giustizia" compresa la giustizia tributaria, che va ridotta a soli due gradi di giudizio". E, rimanendo in tema di giustizia, il premier rimarca: "Si parla quasi esclusivamente di prescrizione senza discutere tutti i vari aspetti di riforma del processo penale. Il vero rischio è rappresentato da uno Stato che non sa dare risposte ai cittadini. La garanzia per il sistema è assicurata dal fatto che insieme allo stop alla prescrizione abbiamo messo in campo una azione di investimenti nel settore giustizia che non si vedeva da 20 anni. Dobbiamo varare la riforma del processo penale per velocizzare ancor più i processi e assicurare la loro ragionevole durata". Ma sulla giustizia arriva l'attacco di Luciano Violante, che a Libero (p.6) dice: "Il giustizialismo dei grillini costa caro agli innocenti".

ESTERI
Venti di guerra tra Usa e Iran: Teheran sceglie la sfida nucleare, rotti gli accordi (Corriere in prima e p.4 e tutti). Riparte l'arricchimento dell'uranio, un passo verso la bomba atomica. E Di Feo su Repubblica (p.7) scrive: missili e sottomarini, l'Iran punta a sfruttare le debolezze americane. Ma Trump prepara la guerra: impianti atomici nel mirino (Messaggero p.3). Allo studio negli Usa una task force con Israele, possibili raid contro il nucleare di Teheran. Intanto è polemica sul presidente americano che, tra i 52 siti iraniani nel mirino, ha inserito anche luoghi culturali (su tutti). Intanto, in Kenya assalto alla base Usa rivendicato dai terroristi di Al-Shabaab (Stampa p.9). Giuseppe Conte, intervistato da Repubblica (in prima e p.2-3) spiega: "Tutta la nostra attenzione deve essere concentrata ad evitare un'ulteriore escalation, che rischierebbe di superare un punto di non ritorno. Per conseguire questo obiettivo è prioritario promuovere un'azione europea forte e coesa per richiamare tutti a moderazione e responsabilità, pur nella comprensione delle esigenze di sicurezza dei nostri alleati". Medio Oriente in fibrillazione, il Parlamento iracheno ha votato una risoluzione per l'espulsione delle truppe straniere: in prevalenza i 5200 soldati americani presenti in Iraq, ma anche gli altri contingenti, tra cui gli oltre 900 soldati italiani (su tutti). Il segretario di Stato americano Pompeo resta prudente: "Vedremo cosa succede" (Corriere p.3). Per il Fatto (in prima e p.3) l'Italia si inchioda: i nostri militari restano lì con gli Usa. Nessuno nel governo pensa a un ritiro dall'Iraq e dal ministero della Difesa spiegano: "Sulla missione deve decidere la coalizione". Il premier Conte, intervistato da Repubblica (in prima e p.2-3) dice: "Siamo preoccupati ma soprattutto vigili. Stiamo facendo e faremo il possibile per garantire la sicurezza dei nostri militari, in raccordo con alleati e partner. Le nostre truppe svolgono una funzione essenziale di  sostegno alle autorità locali nel contrasto al terrorismo e alla violenza e questa è un'attività di cui rivendichiamo non solo la concretezza ed efficacia ma anche la piena linearità e coerenza con i nostri valori". Libero (p.2) attacca: Trump ha gatto bene a non avvertire Conte dell'attacco in Iraq, l'Italia non conta nulla. Ma dall'Iraq al Libia arrivano le minacce di Hezbollah: timore per gli italiani. E la Nato convoca la riunione a Bruxelles, ma operazioni in Medio Oriente confermate (Messaggero p.4).
Intanto, resta il caos anche in Libia: arrivano i soldati turchi (QN in apertura e tutti). Mentre Ankara manda le prime truppe, la missione europea è a rischio: dopo l'ultimo attacco di Haftar, la visita dei ministri europei è ritenuta "inutile" (Repubblica p.8). "Non venite in Libia" è l'avvertimento di Serraj agli europei (Stampa p.2). Sicurezza a rischio, si va verso lo stop della missione italiana in Libia (Corriere p.7). Il premier Conte a Repubblica: "Non crediamo che ora intervenire militarmente a favore dell'una o dell'altra parte possa contribuire alla stabilità. Oggi più che mai investiamo tutto il nostro capitale su una soluzione politica, in particolare sostenendo gli sforzi delle Nazioni Unite e, adesso, della Germania nella preparazione della Conferenza di Berlino. Non ci sono altre strade per la pace". Pierferdinando Casini alla Stampa (p.2): "Ci vorrebbe il sovranismo europeo, perché ci sono interessi in ballo di tipo politico, militare, economico enormi. A un centinaio di chilometri dalle nostre coste vengono gestiti questioni che riguardano il petrolio e l'immigrazione e ce li faremo gestire da altri che decideranno, a loro piacimento, di aprire e chiudere i rubinetti energetici e migratori".

© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento