Commentario del 10.01.2020

PRIME PAGINE
Di Maio al Corriere: "Libia, basta attacchi al premier Conte".
Trattativa a Roma tra Tripoli e gli Usa: Serraj dice sì allo stop alle
armi (Messaggero). Ma Haftar rifiuta la tregua: "Combattiamo i
terroristi" (Stampa, Fatto). Usa e Canada accusano: "Il Boeing ucranio
abbattuto dall'Iran" (Repubblica). Trudeau: "Ho le prove, è iraniano"
(Messaggero). Brexit, Londra in uscita anche dall'Erasmus (Tempo).
Politica. In esclusiva sul Fatto, Di Maio vicino a lasciare la guida dei
Cinquestelle: mossa forse già prima delle Regionali (Fatto). 5S, la
rivolta contro Di Maio e Casaleggio (Stampa). Grillini in rivolta: "Ci
teniamo i soldi" (Giornale). Prodi: "Io in futuro al Quirinale? Mi
piaceva stare a Palazzo Chigi" (Corriere). Gregoretti, referendum e
urne: per Salvini in arrivo tre siluri (Giornale). Tagliapoltrone,
referendum a rischio flop (Notizia Giornale).
Giustizia. Pd e Iv per l'impunità, Conte media. Bonafede: "Passi avanti,
ora riforma" (Fatto). Teoria Davigo: "Difesa vietata contro i pm"
(Giornale).
Infrastrutture. Genova, indagine choc: a rischio 200 gallerie sulle
autostrade italiane (Stampa). L'allarme del Consiglio dei Lavori
pubblici (Repubblica).
Economia. Occupazione in crescita, malgrado grillini e Cgil (Sole,
Libero). Progetto Quota 102, pensione a 64 anni con 38 di contributi (Sole).
L'ira della Regina su Harry e Meghan: ora rischiano di perdere i titoli
reali (Giornale e tutti).

ECONOMIA
Occupazione in aumento, ma troppi contratti a termine: Messaggero (p.17)
riprende i dati Istat sul lavoro, che a novembre vedono la
disoccupazione stabile al 9,7%. Gli occupati complessivi sfiorano i 23,5
mln, con un tasso di occupazione del 59,4% a novembre 2019 (+0,9% su
novembre 2018 grazie soprattutto alla componente femminile), ma le ore
lavorate restano ancora sotto i livelli pre-crisi. Inoltre, i progressi
non premiano il Mezzogiorno. Record di occupati, ma – scrive Repubblica
(p.14) – la spinta viene dal part-time.  Giovani e donne, la spinta per
la nuova occupazione: questo il titolo del Corriere (p.31) sulla base
dei dati Istat. In merito al numero di ore lavorate, Corriere scrive: se
i lavoratori aumentano ma le ore lavorate arrancano, è difficile
immaginare che quei posti in più siano di buona qualità. Intanto, nella
maggioranza continua il dibattito: il Pd difende il jobs act e rilancia
l'alt a quota 100 (Sole p.6). Il dem Nannicini al Sole (p.6) dice: "Il
jobs act funzione, ma si può migliorare sulle politiche attive". Per
quanto riguarda le pensioni, il Sole guarda alla possibile nuova riforma
che dovrebbe superare Quota 100: uscite a 64 anni per quella che viene
definita "quota 102", pensione a 64 anni con 38 di contributi. Tra le
prime proposte in campo c'è convergenza sulla nuova soglia anagrafica di
flessibilità. "Ora cambieremo la Fornero, però Quota 100 non si tocca"
dice al Fatto (p.15) la ministra del Lavoro Catalfo. Guardando al
lavoro, la ministra elogia il reddito di cittadinanza - "persone che
finora non lo cercavano ora si sono arrivate rivolgendosi ai Centri per
l'impiego" -, poi sulle questione Jobs act e art.18 dice: "Nel decreto
Dignità siamo intervenuti sulle tutele aumentando i mesi di indennità
per il lavoratore. L'esigenza di intervenire è emersa anche dalla
sentenza n. 194/2018 della Corte Costituzionale che ha dichiarato
illegittimo e irragionevole il meccanismo rigido e automatico di
quantificazione della indennità risarcitoria sulla base dell'unico
parametro dell'anzianità di servizio. Ripristinare l'art.18? Non sic et
simpliciter, ma rivedendo la sanzione in caso di licenziamento
illegittimo sulla base della stessa sentenza della Consulta".

POLITICA
Taglio dei seggi, frenata sul referendum (Corriere p.10): 4 senatori di
Fi si sfilano dalla richiesta alla Cassazione di un referendum
confermativo sulla riforma che taglia un terzo dei parlamentari. Dubbi
anche tra i dem, ma spunta l'ipotesi del soccorso leghista a favore
della consultazione, che viene considerata uno strumento per andare
subito al voto con la vecchia legge elettorale. Le novità arrivano
proprio nel giorno in cui viene depositato in commissione il testo base
della legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5% su cui la
maggioranza ha trovato un accordo di massima. Il Fatto (p.3) vede nel
ritiro delle firme da parte di senatori di Fi uno "sgambetto" a Salvini,
Mallegni, uno dei senatori di Fi che ha tolto la propria firma, al
Corriere dice: "Così impediamo a qualcuno di farsi prendere dalla
tentazione di andare a votare senza ridurre prima il numero dei
parlamentari". L'analisi di Verderami (Corriere p.10) evidenzia come i
giochi di Palazzo abbiano eclissato l'obiettivo del quesito
referendario. Intanto, il ministro dem Franceschini alla Stampa (p.5)
parla dell'accordo per la legge elettorale: "Noi lavoreremo perché il
nuovo bipolarismo sia tra Pd e Lega. I 5 Stelle perché sia tra loro e la
Lega. Diventerà una competizione virtuosa tra noi e i 5S che determinerà
chi sarà il major partner della coalizione".
Caso Gregoretti, chiesto il rinvio del voto sulla autorizzazione a
procedere nei confronti di Salvini. Adesso la parola passa alla
Casellati (Stampa p.7). La maggioranza vuole rinviare il voto per
mandare Salvini a giudizio – scrive Repubblica (p.4) -, ma il leader
leghista chiede che si voti prima delle elezioni in Emilia-Romagna.
Tensioni nel M5S. Un testo contro i capi: alcuni senatori provano a far
fuori Di Maio e Casaleggio (Stampa p.4). L'obiettivo del documento di Di
Nicola, Dessì e Crucioli chiede di eliminare la figura del capo politico
e consegnare la piattaforma Rousseau al partito. Il Fatto (in prima e
p.2): Di Maio è vicino a lasciare la guida del Movimento. L'ipotesi che
molli prima del 26 gennaio, in vista dell'atteso flop in Emilia-Romagna:
pressioni dei big e dei parlamentari per spingerlo a lasciare. Anche il
Messaggero (p.7) vede Di Maio e Casaleggio sotto attacco, ipotesi
scissione dopo il voto in Emilia. Intanto, sarebbero pronti altri addii
tra i parlamentari 5S. De Toma, senatore in uscita per andare verso il
nuovo gruppo di Fioramonti "Eco", al Messaggero (p.7) dice: ""Non mi
riconosco più nella leadership di Di Maio, Casaleggio e i vertici.
Vogliamo sostenere questa maggioranza, cercando di incidere sui temi che
il M5S ha abbandonato".

ESTERI
In primo piano su tutti i quotidiani resta la questione libica. Corriere
(p.2): Haftar dice no alla tregua e l'Italia cerca di recuperare. Haftar
attacca l'aeroporto di Tripoli. Il leader della Cirenaica respinge la
proposta di Erdogan e Putin: le sue milizie bombardano anche lo scalo di
Misurata. Il ministro degli Esteri Di Maio intanto vola ad Algeri.
"Embargo sulle armi dei Paesi stranieri". A Roma arriva l'uomo forte di
Serraj (su tutti). Il Messaggero (p.3) riporta invece il vertice Conte-
Di Maio. Serve più coordinamento. Il chiarimento tra il premier e la
Farnesina per superare l'incidente diplomatico con Serraj. Poi il
quotidiano conferma: un ministro di Tripoli a Roma, vede un diplomatico
Usa ma nessun italiano. Ancora polemica sul ruolo italiano nello
scenario internazionale. Verità (prima e p.2-3) sostiene che "c'è
l'impronta di Mattarella sul disastro libico di Conte". Il presidente,
che ha fatto da scudo al premier nella sua ostinazione a tenere le
deleghe sui servizi, era informato dell'operazione Haftar-Serraj, poi
miseramente fallita. Dagli Usa arrivano chiari segnali di irritazione
nei confronti del Colle pure per la deriva cinese. Anche Libero (p.3)
polemico: "Il nostro governo non conta più nulla nel mondo". Corriere
(p.3) intervista il ministro Di Maio: "Attacchi gratuiti al premier. La
Ue parli con una voce sola". Sull'incontro fallito con Serraj e Haftar,
definito un pasticcio, Di Maio replica: "L'impegno dell'Italia è
massimo, in questi giorni sono stato a Bruxelles, Instambul, Il Cairo e
sono appena rientrato da Algeri. Dall'Iran alla Libia ci troviamo di
fronte a cornici complesse, serve prudenza, bisogna agire con
responsabilità". Il ministro si esprime anche sulla possibilità di
Minniti come inviato speciale: "A tempo debito comunicheremo il nome
dell'inviato speciale, prima bisogna completare il processo di Berlino.
Dopo, sarà bene che ci sia un ruolo deputato a tutelare gli interessi
dell'Italia". Intanto è pressing sulla Ue per fissare la data della
conferenza di Berlino. Domani la Merkel sarà a Mosca.
L'altro fronte è quello iraniano. Trudeau e gli 007 americani accusano:
"Un missile contro il jet ucraino" (Corriere p.5). Secca la smentita
degli iraniani: "Sono solo fantasiose supposizioni". Ma l'intelligence
americana sostiene di avere le immagini satellitari. Il Corriere (p.8-9)
propone un focus sui "Venti di guerra", riportando la posizione
americana e quella iraniana. Il vicepresidente della Repubblica islamica
Nahavandian: "Legati all'intesa sul nucleare. Ma se colpiti, rispondiamo".

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