Commentario del 12.01.2020

PRIME PAGINE
Questione libica, alla Stampa parla il ministro Di Maio: "In Libia con i caschi blu". "Svolta a Roma, tregua in Libia" titola il Messaggero. Haftar accetta la tregua. Serraj a Conte: "Allora si ritiri" (Repubblica). Per la Verità, Serraj sfrutta la nostra gaffe e batte cassa. Conte a Serraj: lavoriamo per la pace. Merkel e Putin: presto il vertice di Berlino (Sole).
Tensioni Usa-Iran: novità sull'aereo ucraino precipitato in Iraq. Teheran: jet abbattuto per errore da un missile. Studenti in piazza: avevate mentito, bugiardi (Corriere, Stampa e tutti). L'aereo caduto incendia le piazze (Messaggero).
Italia-Politica. Tanti sì al nuovo Pd (Repubblica). Renzi al Corriere: "Il Pd imita Corbyn? Ci apre un'autostrada". Libero: Zingaretti cambia il Pd per continuare a perdere.
M5S, lettere ai morosi ed espulsioni. La sfida a Di Maio, in calo sui social (Messaggero). Spadafora al Corriere: "Vedremo chi saprà sfidare Di Maio". Al Fatto parla il Guardasigilli Bonafede: "Il M5S non deve cambiare per il Pd. Prescrizione, il lodo Conte reggerà".
Verso le Regionali in Emilia: Salvini cancella la Borgonzoni in 37 comizi su 42 (Fatto). Giornale riporta l'esposto alla Consob: Bonaccini & C. allo stadio con i soldi pubblici.
Esteri-Francia: ora Macron frena sulle pensioni (Corriere).

ECONOMIA
Ecco l'assegno unico per le famiglie (Messaggero in prima e p.10): nuovo sussidio dal 2021. E' un cantiere aperto l'assegno unico per la famiglia che a partire dal 2021 dovrebbe andare a sostituire gli attuali strumenti di sostegno. Il governo si muove su due piani: quello immediato, che comprende la conferma del bonus bebé e il potenziamento del buono asili nido. Poi dal 2021 il vero e proprio assegno universale, che dovrebbe portare un beneficio maggiore di quello garantito dagli attuali sussidi. Intanto, si continua a lavorare anche sui temi legati al lavoro: il Sole (in prima e p.3) dedica un focus al taglio del cuno fiscale, con il decreto in arrivo che dovrebbe estendere la platea a chi guadagna oltre 35mila euro. L'ipotesi estensiva riguarderebbe fino a 900 mila lavoratori se la soglia fosse portata a 40 mila euro. A fine settimana l'incontro, con Cgil e Cisl che rilanciano: "Primo passo importante, ma deve portare verso la riforma dell'Irpef". Repubblica (p.10) riporta invece il contropiano dei sindacati sulla pensione: uscita a 62 anni. La proposta di Cgil, Cisl e Uil prevede almeno 20 anni di contributi o 41 indipendentemente dall'età anagrafica. Previste formule di flessibilità con sconti per i lavori gravosi, le donne e i giovani con carriere discontinue. Bocciata, invece, l'ipotesi di sostituire Quota 100 con Quota 102, che deriverebbe da 64 anni di età e 38 anni di versamenti. Mario Monti al Corriere (p.15) torna, a proposito di pensioni, sulla riforma Fornero: "Quella riforma evitò il default della Repubblica. E passò con una larghissima maggioranza, anche se oggi si dice che sia stata l'austerità a far prosperare il populismo. Dopo un anno di atteggiamento molto responsabile, e con le elezioni alle porte, i partiti che avevano  sostenuto il mio governo ccambiarono atteggiamento. Se inveve si fossero intestati il merito di aver evitato il default difendendo le riforme che avevano votato, il populismo non sarebbe stato così prorompente. E anche loro sarebbero oggi più credibili". Intanto, Renzi al Corriere (p.13) rilancia il programma di Italia viva: "Sbloccare i cantieri con Italia Shock e rilanciare la crescita. Ci sono 120 mld di euro bloccati dalla burocrazia, è inspiegabile aspettare ancora. Abbiamo fatto un governo per salvare l'Italia dal sovranismo di Salvini, ma non basta essere contro. Fondamentale cambiatr passo sulla crescita. Con reddito di cittadinanza e Quota 100 l'Italia si è fermata, la crescita si è azzerata".

POLITICA
Tanti sì al nuovo Pd (Repubblica in prima e p.2): l'idea di Zingaretti di un congresso rifondativo aperto a sindaci, movimenti e società civile piace. C'è il consenso di quasi tutti i big dem e dei renziani rimasti, ma il Giornale (p.5) dà una lettura opposta: la rottamazione del Pd è già bocciata da tutti. "Non appiattirsi sull'esecutivo", questo il piano del segretario per ripartire (Corriere p.12). "Togliere la parola 'partito' e dare più spazio al civismo" conferma Morassut al Messaggero (p.6). Ma lo storico leader del Pci Macaluso a Repubblica (p.3) dice: "E' un percorso senza dibattito. E dove è la discontinuità al governo? Auguro fortuna a Zingaretti ma resto scettico: siamo sicuri che sindaci e Sardine vogliano andare con i dem?". Libero attacca: Zingaretti cambia il partito per continuare a perdere. E Matteo Renzi al Corriere (p.13) dice: "Se il Pd pensa che la soluzione sia aprire alle Sardine, alla società civile recuperando un rappoco con la Cgil o assorbendo Leu, noi di Italia viva non saremo in difficoltà, anzi ci si apre un'autostrada".
Tensioni interne al M5S. 35 lettere ai morosi e in otto potrebbero essere espulsi: partite le segnalazioni dei probiviri, mentre alla Camera è fuga verso il movimento di Fioramonti (Messaggero p.4). Restano anche le tensioni sulla leadership di Di Maio: potrebbe lasciare per ricandidarsi (Corriere p.8). Ipotesi di un addio dopo le elezioni per poi "vincere" le assise di marzo in mancanza di rivali forti. La Stampa (p.6) segnala la fronda anti-Di Maio guidata da Taverna e Lombardi, mentre Repubblica (p.4) segnala l'idea Appendino per la nuova leadership a due del Movimento. Mentre Giornale (p.4) vede Di Battista studiare da leader. Ma Di Maio alla Stampa (p.4) dice: "I ruoli di capo politico e di ministro mi hanno dato un peso, in Cdm, per ottenere cose che altrimenti non saremmo riusciti a ottenere. Lasciare la guida del Movimento? Non posso rispondere a una notizia falsa. È stato avviato un processo, ora ci sono i facilitatori e il team del futuro perché io per primo ero convinto di non poter avere tutte le responsabilità solo sulle mie spalle. Il resto sono ipotesi che fanno sui giornali". Attacco frontale a Di Maio dall'ex ministra Giulia Grillo, che al Mattino avverte: "Di Maio si faccia da parte e si cambi tutto, o lascio i 5S". Il Guardasigilli Bonafede al Fatto (p.3): "Solo una minoranza contro Di ;aio, il capo politico è e deve restare lui, che non si è mai tirato indietro di fronte alla necessità di riorganizzare il Movimento, che ora ha le spalle abbastanza larghe per governare il Paese e rispondere alle esigenze del territorio". E il ministro Spadafora al Corriere (p.9) aggiunge: "Chi immagina gli Stati generali come uno scenario di guerra è un folle. Vedremo quali proposte e soprattutto quali persone si candideranno ad assumere delle responsabilità che finora sono ricadute tutte sulle spalle di Di Maio". Contro gli attacchi a Di Maio si schiera anche il viceministro Buffagni, che a Repubblica (p.5) dice: "L'addio di Di Maio? Tanti avvoltoi in giro, ma non vedo leadership alternative all'orizzonte". Intanto, anche lo stesso statuto del Movimento finisce nel mirino. E ora rischia anche Casaleggio (Fatto p.2).

ESTERI
Libia, colloquio di tre ore tra Conte e Sarraj, poi l'annuncio di Haftar: sì alla tregua (Corriere p.5 e tutti). Per il premier italiano è un "primo passo per la soluzione politica in Libia". La visita di Sarraj a Roma sana la gaffe diplomatica di mercoledì scorso (Sole p.2), ma Libero (p.5) attacca: Conte in ginocchio anche dall'altro libico, ma il ruolo dell'Italia ormai è compromesso. Intanto, per Repubblica (p.13) Haftar obbedisce al Cremlino annunciando il cessate il fuoco. Decisive anche le pressioni americane su Turchia e Tripoli. Secondo la Stampa (p.3) passa per Roma il negoziato segreto tra Haftar e gli inviati di Trump: da oltre un anno gli Usa hanno aperto un canale diplomatico per trattare con il capo della Cirenaica. Ora diplomazie in campo, con il vertice doppio tra Putin e Merkel e tra Erdogan e l'Ue: summit incrociati verso la conferenza di pace (Corriere p.5). La via stretta per la stabilità – scrive il Messaggero (p.3) – passa per la conferenza di pace di Berlino. Il ministro degli Esteri Di Maio, intervistato dalla Stampa (in prima e p.5), spiega: "Visto che abbiamo raggiunto un cessate il fuoco, come Ue credo sia opportuno pensare a un'iniziativa che possa garantire un'intesa, anche attraverso i caschi blu: sarebbe l'unico modo per fermare le interferenze esterne e dare all'Ue una sola voce. Ma – precisa Di Maio – è una proposta che deve partire dai libici". Guardando alle diplomazie, il ministro rilancia: "Ora c'è la conferenza di Berlino, che noi sosteniamo fortemente. Dopo la tregua sarà importante il processo di pacificazione, ecco perchè puntiamo molto sul tavolo Italia-Russia-Turchia, che non sarà in competizione ma propedeutico". Sugli incontri diplimatici e le mosse del governo, Matteo Renzi al Corriere (p.13) lancia l'affondo: "A me non interessa chi incontra Conte a Palazzo Chigi: a me interessa che l'Italia non perda la leadership nel Mediterraneo.
Incontrare Serraj e Haftar lo stesso giorno può funzionare per il Tg1 delle 20 o come foto notizia sui quotidiani. Ma questa non è politica estera, questa è solo mediocre comunicazione. Qui abbiamo un problema ben più grande: l'Italia deve riaffermare il proprio ruolo nel Mediterraneo e in Libia in particolare. E dobbiamo dire con forza che non permetteremo a Erdogan e ai turchi di sostituirci come interlocutori in Libia".
 Tensioni in Medio Oriente, sull'aereo ucraino precipitato l'Iran ammette: abbattuto per errore (su tutti). Scambiato per un cruise Usa, il Boeing è stato abbattuto dai Pasdaran. La rabbia degli studenti in piazza contro il governo: "Morte ai bugiardi".

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