Commentario del 11.01.20

PRIME PAGINE
Mossa Usa, sanzioni all'Iran: rischi per l'Italia (Corriere, Messaggero). Aereo ucraino, spunta il video del razzo che lo ha abbattuto (Messaggero). Libia, l'opzione di una missione militare sul tavolo dell'Europa (Stampa). E Serraj oggi vola a Roma: vertice a Palazzo Chigi (Fatto). Allarme Ue: "Caos migranti" (Messaggero).
Di Maio sotto attacco sfida i ribelli M5S. Taglio dei parlamentari, sì al referendum (Corriere). 5Stelle, Di Maio ai ribelli. "Se volete, sfiduciatemi". Successione, corsa a tre (Stampa).  Che succede nel M5S dopo Di Maio (Fatto). Decomposizione 5Stelle: guerra tra Conte e Di Maio (Verità). Pd, cambia tutto. L'idea di Zingaretti dopo il voto in Emilia: "Subito un congresso per rifondare la sinistra" (Repubblica). Manovre per il voto anticipato (Messaggero). Adesso Salvini si rimangia il taglio dei parlamentari: mossa per andare a votare (Giornale). Capitan voltagabbana salva il referendum contro il taglio dei parlamentari votato quattro volte (Notizia Giornale).
Istat: produzione industria e Pil restano ancora molto deboli (Sole). Pil-occupazione: strano divorzio (Corriere). "Alla larga dall'Italia". Allarme di Bloomberg: "Paese a rischio, non investe" (Giornale). Borse mondiali, scampato pericolo: spread giù a 150 punti (Sole).
Il presidente di Confindustria va al Tribunale fallimentare: Boccia ristruttura i debiti della sua impresa (Verità).
Gallerie a rischio, ecco la mappa: metà fra Liguria e Piemonte (Stampa). Tunnel insicuri, stop al piano di Autostrade (Fatto).

ECONOMIA
Istat, l'economia resterà debole. Industria, produzione ferma (Sole prima e p. 4 e altri). A novembre, per il nono mese consecutivo, l'indice complessivo della produzione industriale ha ceduto, segnando una variazione tendenziale negativa dello 0,6%, mentre nella media del periodo gennaio-novembre il calo tendenziale è stato dell'1,1% (-1,4% il dato grezzo). Lo ha comunicato ieri Istat, che ha anche confermato nella Nota mensile su dicembre un andamento ancora negativo dell'indicatore anticipatore, il quale suggerisce una debolezza persistente dei livelli produttivi. Si tratta degli ultimi dati attesi prima della stima flash sul Pil del quarto trimestre 2019 che arriverà a fine mese e che offrirà una prima lettura complessiva dell'andamento dell'economia nazionale dell'anno appena concluso, ora data potenzialmente in crescita (in termini di Pil acquisto al termine del terzo trimestre 2019) dello 0,2%. In questa prospettiva i dati industriali sembrano poco rassicuranti se si considera che l'ultimo anno con il segno negativo della produzione è stato il 2014. Anche Bloomberg boccia l'Italia e il Conte bis invitando gli investitori a "stare alla larga da Bot e Btp" (Giornale p. 3).
A corredo della notizia, sul Sole (p. 4), l'intervista a Carlo Cottarelli, secondo il quale "per ripartire va ridotta la pressione fiscale di due punti, senza deficit". E aggiunge che "serve un piano ambizioso e strutturale. L'incertezza continua rende la vita impossibile alle imprese". A rafforzare le parole di Cottarelli, il monito del presidente Boccia (Confindustria): "Lo sviluppo sia al centro del tagliando di governo: subito un piano per attivare cantieri, incrementare l'occupazione, collegare territori". E il ministro Gualtieri conferma che a gennaio ci sarà un ultimo confronto coi sindacati prima del varo del decreto sul cuneo fiscale. Il 13 e 14 a Rieti le proposte per il governo in vista della prossima legge di bilancio nel corso del seminario voluto dal segretario del Pd, Zingaretti.
Il viceministro Misiani a Repubblica (p. 7): "Per uscire dall'emergenza serve un'alleanza tra Stato e imprese: tutte le crisi di questi mesi, da Alitalia ad Autostrade, dall'ex Ilva alle banche, chiamano in causa un nuovo ruolo pubblico nell'economia ". E poi da l'indirizzo preciso su dove apportare certe modifiche: "Dobbiamo decidere a chi tagliare le tasse, pensiamo di ridurre il carico ai dipendenti con reddito tra 26 mila e 35 mila euro all'anno".

POLITICA
Di Maio sfida i ribelli grillini e risponde così a chi ipotizza le sue dimissioni definite "surreali" dal suo staff: "Provate pure a sfiduciarmi" (Stampa prima e p. 2, Corriere p. 2, Fatto prima e p. 2-3  e tutti). Il capo politico dei 5Stelle messo in discussione, ammette: "Tutto è migliorabile". E nel suo sfogo aggiunge: "Poi vediamo cosa sanno fare" (Corriere p. 8). Ma i big fanno quadrato e lo difendono. Resa dei conti agli Stati generali? E per la sua successione è già corsa a tre, tra un Patuanelli istituzionale ma poco carismatico, la Taverna anti-Meloni e Di Battista, quest'ultimo idolo della piazza che non nutre però di simpatie e affetti dai gruppi parlamentari, ma che su Di Maio dice: "Se il Paese è migliorato è anche merito di Luigi".
E Zingaretti, sempre più convinto che l'uscita di Di Maio renderebbe il governo più stabile (Fatto p. 5), lancia la sfida: "Vecchio Pd addio, ecco la mia svolta" (Repubblica prima e p. 2-3). Il segretario nazionale dei dem vuole sciogliere il partito e lanciarne uno nuovo subito dopo le Regionali in Emilia, ma a due settimane dal voto è presto per parlare di nome e simbolo. "Vinciamo in Emilia e poi cambia tutto: apro a Sardine, società civile, ecologisti" dice, aggiungendo che "dobbiamo rivolgerci alle persone, non alla politica organizzata. Dobbiamo aprirci ai movimenti che stanno riempiendo le piazze in queste settimane. Offrire un approdo a chi non ce l'ha".
Taglio dei parlamentari: la Lega salva il referendum per favorire la crisi (Stampa p. 4 e altri). Depositate in Cassazione le firme contro la riforma che elimina 345 seggi. Decisivi i senatori di Salvini che finora avevano sempre appoggiato il taglio. E sulla decisione del leader leghista, critici i commenti e i titoli di alcuni quotidiani, come il Giornale (prima e p. 4) secondo il quale la mossa di Salvini è strategica per tornare alle urne. E per Notizia Giornale (prima  e p. 2) Salvini è un "voltagabbana" che agisce solo per convenienza, nonostante le parole dell'ex vicepremier che dice: "E' sempre bene quando si dà la parola ai cittadini".
Ieri, intanto, i due ministri nominati dopo le dimissioni di Fioramonti, hanno giurato davanti a Mattarella: per Azzolina (Istruzione) e Manfredi (Università) "un'emozione straordinaria".
Prescrizione, ipotesi sospensione di due anni per gli assolti in primo grado (Sole p. 5 e altri). Sospensione temporanea (e non blocco definitivo) dei termini per gli imputati assolti in primo grado. Meccanismo di controllo sul rispetto dei tempi che può condurre all'azione disciplinare contro il magistrato negligente. Monitoraggio stingente dei tempi di durata dei giudizi. Inserimento nel disegno di legge di riforma del processo penale da presentare entro pochi giorni in Consiglio dei ministri. Sono questi i punti chiave dell'accordo raggiunto tra le forze di maggioranza nella tarda serata di giovedì sulla giustizia penale. Determinante la mediazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A valorizzarne l'intervento è stato lo stesso ministro Bonafede che, nel dichiarare di essere pronto a presentare il dl di riforma del processo penale a breve, ha sottolineato l'importanza dell'indicazione del premier per un intervento di modifica alla disciplina della prescrizione in vigore da pochi giorni per introdurre una "sospensione lunga", con l'obiettivo di differenziare la posizione di chi in primo grado è stato assolto da chi invece è stato condannato. L'accordo dovrebbe entrare nella riforma del processo penale da presentare a giorni in CdM.
Ma sull'intesa Pd-5S resta il no dei renziani (Repubblica p. 4). Rosato: "Perché, c'è un accordo? Noi voteremo per l'abolizione della riforma Salvini-Bonafede se non ci saranno intese diverse in maggioranza". Altrettanto netto Roberto Giachetti: "La pezza che hanno pensato di mettere è peggiore del buco. Non vedo le condizioni per cui potremmo cambiare idea sul voto a favore del testo di Costa". E chi ne ha parlato con la Boschi ha raccolto un giudizio altrettanto tranchant.

ESTERI
Ecco il piano dell'Ue per la Libia: "Embargo sulle armi e missione navale" (Repubblica p.12). Accordo fra i ministri degli Esteri: ma resta il nodo del cessate il fuoco. Oggi a Mosca Merkel vede Putin, mentre a Roma incontro Conte-Serraj. Secondo quanto riportato da Stampa (p.8) l'Ue è divisa sulla missione di pace. L'obiettivo, scrive il quotidiano, è garantire l'embargo Onu sulle armi. Ma è allarme foreign fighter. A rischio la nomina di un inviato dell'Unione. Anche il Messaggero (p.9) sul tema: Jihadisti e profughi, allarme Ue dalla Libia. Oggi Serraj a Roma da Conte. Vertice a Bruxelles, mandato a Borrell per trattare con tutte le fazioni coinvolte. Oltre ad incontrare Putin, la Merkel andrà da Erdogan per convincerlo a partecipare al summit di Berlino. Secondo quanto raccolto dal quotidiano sono circa 700mila le persone che potrebbero approdare via mare sulle coste europee. Tra questi anche libici in fuga dalla guerra. Il tema dei migranti in primo piano anche sul Giornale (p.8), che titola: Migranti, Libia nel caos: riparte l'invasione e la Ue fa lo scaricabarile.  Secondo Verità (p.5) Haftar uccide i primi miliziani turchi  e Giuseppi tace sul patto col generale. L'ufficiale libico ignora la tregua e punta verso Tripoli. Colpiti degli uomini inviati sul campo da Erdogan, mentre resta il segreto sull'incontro tra Conte ed il leader della Cirenaica. Anche il Messaggero (p.9) sul tema titolando: "Il giallo dei tre soldati turchi morti, offensiva di Tripoli contro Haftar". Fonti vicine al generale ribelle parlano infatti delle prime vittime di Ankara, ma non esistono conferme ufficiali. La Stampa (p.9) intervista l'inviato di Putin Lev Dengov: "Noi russi vogliamo la Libia unita, l'Italia smetta di agire da sola". Poi aggiunge: "Rispetto il lavoro di Roma, ma il limite è stato il mancato coordinamento con gli altri stati. Erdogan e Putin? Tra loro c'è un rapporto di fiducia, entrambe vogliono la stabilità del Paese".  
L'altro tema è l'escalation Medio orientale. Il Corriere in apertura titola: "Mossa Usa, sanzioni all'Iran". Washington approva nuove misure, colpiti acciaio e tessile. E la Ue rilancia: intesa sul nucleare. Sempre il Corriere (p.2) rilancia: Trump prova a stritolare l'Iran, sanzioni sulle ultime industrie. Nel mirino gli scambi con Cina e India. Intanto la Ue insiste: accordo sul nucleare. Consiglio straordinario degli Esteri (Corriere p.4), Borrell: il patto resta la "chiave per la stabilizzazione dell'area". Intanto è giallo sul jet ucraino. Dopo le accuse dell'America, l'Iran nega tutto: "Non lo abbiamo colpito noi" (Stampa p.13). "Non è stato un missile", questa la posizione iraniana riportata anche dal Corriere (p.6), ma intanto non consegna le scatole nere. La Nato: indagine sullo schianto del Boeing. Teheran annuncia: "Oggi diremo le cause dell'incidente".
Sul Corriere (p. 5) nel sondaggio di Patuanelli, gli italiani si sono dichiarati "neutrali" sulla crisi: per il 50% uccidere Soleimani è stato un pericoloso errore. Elettori dem e 5S in direzioni opposte su Libia e ruolo della Ue.

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