Commentario del 08.01.2020

PRIME PAGINE
Esteri in evidenza. Missili sulle basi americane: attacchi nella notte a
Erbil e Al-Asad con 35 razzi (Corriere). Iran, guerra atto primo
(Repubblica). Il contingente italiano per motivi di sicurezza lascia
Bagdad ma non l'Iraq (Repubblica). Il commento di Feltri: "Missioni
inutili: i nostri soldati tornino a casa da Bagdad e Kabul" (Libero).
Intanto, flop Ue in Libia, battaglia a Sirte (Stampa).  Libia, Ue pronta
al blocco navale (Messaggero). Kepel: "Questo caos aiuta i terroristi:
l'Italia rischia" (Fatto). Patto Putin-Erdogan: Italia fuori dalla Libia
(Giornale).
Sul fronte interno, l'attacco di Salvini: vogliono eliminarmi per via
giudiziaria (Corriere). M5S, fuori regola in 47: Grillo media coi
dissidenti (Fatto).
Tra i temi economici,  Ilva in primo piano: i giudici non spengono
l'Altoforno2, ora la trattativa con Mittal può ripartire (Messaggero,
Fatto e altri). Alitalia, Lufthansa ancora in corsa: newco e nuovo piano
di rilancio (Sole).
Infrastrutture. Sos autostrade: la mappa dei pericoli (Fatto). I paletti
del governo ad Aspi (MF).
Smog, il nemico imbattibile del Nord (Repubblica e tutti).

ECONOMIA
Ilva, il tribunale salva l'Altoforno 2: ora la produzione può ripartire
(Repubblica p.19 e altri). Il giudice del Riesame accoglie il ricorso e
dà altri 14 mesi per la messa in sicurezza. Per il Sole (in prima e p.3)
è in discesa l'intesa tra Governo e Mittal. Marco Bentivogli (Fim Cisl)
al Mattino (p.13): "Ora tutti i soggetti convolti, dai commissari
straordinari ad ArcelorMittal, devono adempiere senza perdere tempo
prezioso a tutte le richieste del tribunale. E cioè automatizzare e
mettere in sicurezza anche gli altri altoforni per evitare nuove
tragedie e fare le bonifiche ambientali necessarie. La decisione in sé
riapre sicuramente un margine negoziale con il vertice del gruppo. È
chiaro, però, che i danni sono stati fatti a monte di questa escalation
di rimpalli tra procure e tribunali, con il governo che ha fornito
l'alibi clamoroso all'azienda per rimettere in discussione raccordo del
6 settembre 2018 sottoscritto da azienda, sindacato e governo Conte 1.
Accordo che non prevedeva nessun esubero e invece il rilancio
industriale e ambientale del sito tarantino e di tutti gli altri siti
del gruppo in Italia. Per noi quell'accordo resta ancora valido anche se
ovviamente i fatti di questi mesi hanno fornito un grosso assist
all'azienda che userà in fase negoziale per rivederne i contenuti". Ora
il ministero del Tesoro spinge Invitalia nell'alleanza verde con Mittal:
si va verso una quota tra il 30 e il 49% per l'agenzia per lo sviluppo
d'impresa, mentre Cdp potrebbe entrare nella newco. Coinvolgimento anche
per le banche creditrici (Repubblica p.19). E il Messaggero (p.9)
segnala proprio il vertice con Intesa Sanpaolo, Cdp e Banco Bpm per
trasformare 400 mln in capitale. Intanto, Libero e Giornale tornano
sulle motivazioni con cui il gup ha demolito l'impianto accusatorio nei
confronti dell'ex vicepresidente dell'Ilva, Fabio Riva: "Non ci furono
bancarotta né omissioni sulle tutele ambientali". Perciò – scrive Libero
– i giudici hanno distrutto il più grande polo dell'acciaio europeo, e
l'Italia ha bruciato 23 mld di Pil.
Nel 2019 pressione fiscale più alta: a dirlo è l'Istat, che segnala come
nei primi 9 mesi dell'anno appena concluso la pressione fiscale sia
salita dello 0,3% al 39,2%, livello massimo raggiunto dal 2015. Anche se
nell'ultimo trimestre dell'anno si è registrata una diminuzione dello
0,1% (Messaggero p.19). Gli ultimi tre mesi dell'anno hanno fatto anche
registrare la crescita dei consumi più dei redditi. Inflazione 2019
ferma allo 0,6%: nel 2018 era stata dell'1,2%.

POLITICA
Ancora le tensioni interne al M5S sui rimborsi e le distanze sulla
riforma della giustizia a impensierire il Governo. I morosi nel
Movimento sono 47, rischiano sanzioni. E un altro deputato lascia, è
Cappellani che passa al Gruppo Misto (Messaggero p.6 e tutti). Domani
riunione dei gruppi, Grillo in campo per evitare scissioni (Repubblica
p.11). Timore per i numeri in Aula (Corriere p.11). Per la Stampa (p.8)
cinque senatori fanno tremare Conte: a Palazzo Madama la maggioranza ha
solo tre voti di vantaggio, ma i vertici del Movimento sminuiscono: "Chi
va via, alla fine sostiene il governo anche da fuori per paura delle
urne". Libero (p.2) all'attacco: Di Maio grazia 47 "traditori" per non
andare a casa: in base al regolamento interno, coloro che non versano a
Rousseau andrebbero sanzionati o espulsi, ma così il governo
rischierebbe. Intanto, secondo il Messaggero (p.7), le prossime elezioni
regionali saranno una tagliola per Di Maio: se il Movimento dovesse
scendere sotto il 5%, Grillo pronto a cambiare leader. Appuntamento
chiave per la tenuta del governo sono le elezioni in Emilia Romagna, con
Salvini che punta sulla campagna all'americana: "Porta a porta e alla
fine la spunteremo" (Stampa p.8). Secondo il Messaggero (p.8) in Emilia
è duello Bonaccini-Salvini, il leader della Lega oscura la candidata
Borgonzoni, mentre il governatore solo adesso si fa sostenere da
Zingaretti. Ma il governo è con il fiato sospeso. E la ministra renziana
Bellanova al Corriere (p.13) dice: "Abbiamo voglia solo di far ripartire
il Paese, il resto sono chiacchiere. Leu vuole rivedere il Jobs Act e
ripristinare l'art.18? Il punto è far ripartire economia e lavoro, non
gingillarsi con il Jobs Act che il lavoro lo ha creato".
Prescrizione, l'ultimatum del Pd: "Cambiare prima delle Regionali". Su
Repubblica (p. 11), il monito dei dem, che attendono una proposta
domani, "sennò avanti con la nostra legge" che propone di aumentare gli
anni per gli altri reati. Pronte le modifiche ai decreti sicurezza in
risposta ai rilievi del Quirinale. Zingaretti: "Il M5S ci deve
ascoltare". Intanto, Salvini affonda il colpo: "Vogliono eliminarmi per
via giudiziaria", riferendosi alla richiesta a procedere per il caso
della nave Gregoretti (Corriere prima e p. 12, Repubblica p. 10 e
altri). Il leader leghista incalza: "Siccome la sinistra non riesce a
battermi politicamente, vuole eliminarmi per via giudiziaria".

ESTERI
Missili sulle basi americane (Corriere in apertura e tutti). Due raid in
Iraq. Iran rivendica: "Vendetta per Soleimani martire". Attacchi nella
notte a Erbil e Al-Asad con 35 razzi. "Illesi i soldati italiani". Il
Messaggero (p.4) titola: "Via alla rappresaglia", l'Iran lancia 35
missili su due basi Usa in Iraq, poi l'annuncio: "Se gli americani
reagiscono, pronti a bombardare Tel Aviv, Haifa e Dubai". Intanto Trump
ha riunito il consiglio di sicurezza nazionale: "Monitoriamo la
situazione". Secondo Repubblica è "Guerra, atto primo". Per la Stampa
(p.6) l'America rafforza le truppe per proteggersi dalla vendetta
iraniana. In arrivo grandi manovre: spostati i soldati nella regione. Il
capo del Pentagono: "Non vogliamo iniziare una guerra ma siamo pronti a
finirne una". Anche Pompeo conferma: "L'uccisione di Soleimani rientrava
perfettamente nella nostra strategia, è stata la scelta giusta". Secondo
Verità (p.5) Trump con i Pasdaran continua a sbagliare. Noi che lo
seguiamo facciamo di peggio. L'equazione Teheran-terrorismo è un
abbaglio, però gli Usa tirano dritto. E l'Italia, in mano al nulla del
M5S, va alla deriva. Intanto tutti i quotidiani segnalano i "funerali
tragici" di Soleimani (Giornale p.10 e tutti): 56 morti nella folla
impazzita. Caos durante le esequie del generale. Il Corriere (p.5)
intervista il vicepresidente della Commissione Ue Timmermans: "L'accordo
con l'Iran sul nucleare è un successo europeo, si può ancora salvare".
L'altro tema caldo resta la Libia, dove si combatte per Sirte (Corriere
p.2). E Haftar apre il fronte Misurata. Controffensiva del governo di
Tripoli. Ma il generale avanza verso la roccaforte delle milizie di Al
Serraj. Intanto, secondo quanto riportato da Repubblica (p.6) e altri
quotidiani, l'Ue si gioca l'ultima carta. L'Europa infatti tenta una
difficile mediazione e chiama Serraj ed Haftar. Di Maio in Turchia:
"Anche Ankara disponibile ad un cessate il fuoco".
Secondo il Corriere (p.3) l'Europa è in pressing su Erdogan. Vertice a
Bruxelles: cessate il fuoco e stop alle interferenze turche. Di Maio
vede a Istanbul il "collega" Cavusoglu, ma oggi arriva Putin.
Il Fatto (p.2) parla di "Pompieri nel deserto: l'Europa cerca la pace,
ma la Libia non la ascolta".
Verità (p.3) in polemica: I volponi del deserto ci portano allo sfascio.
Dopo le cantonate di Conte – scrive il quotidiano-, tocca a Di Maio e
Gentiloni sparare le proprie cartucce sulla Libia: curiosamente, benché
non sia più al governo da mesi, entrambi incolpano Salvini. Ma la cosa
veramente grave è che oltre a ciò non hanno saputo dire nulla. La Stampa
(p.5) parla invece di "Gaffe, flop e debolezze: le inutili fatiche del
ministro Di Maio". Il Capo della Farnesina non è stato protagonista nei
delicati dossier degli ultimi giorni. Ma dall'Iran alla Libia, il leader
dei 5 Stelle paga la debolezza di un intero governo.
Proprio la Stampa (p.3) intervista l'ex ministro dell'Interno Minniti:
"La crisi libica ultima chance per l'Europa. L'Italia non basta più".
Poi aggiunge che "l'Unione europea deve imparare che in alcuni teatri
sempre di più dovrà andarci anche da sola". Minniti commenta anche il
terreno perso dall'Italia in Libia: "La responsabilità principale è di
chi ha utilizzato il tema dell'immigrazione come punto di consenso
interno e come leva per una rottura all'interno dell'Ue. Questo ha
portato ad un isolamento del nostro Paese e ad una fragilità delle sue
iniziative diplomatiche. Il rischio adesso è di perdere definitivamente
la Libia, e questo sarebbe una tragedia". Il vicepresidente della
commisione Ue, Timmermans, al Corriere lancia proprio Minniti per la
Libia: "Servirebbe uno come lui. La situazione in Libia dev'essere una
priorità assoluta per l'Ue, non solo per le migrazioni. Nell'intero Nord
Africa, Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria dobbiamo mostrare di aver
capito che senza di loro non può esserci stabilità nella regione".

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