Commentario del 17.04.2021

PRIME PAGINE
Draghi riapre l'Italia (Stampa e tutti). "Riaprire rischio ragionato" dice il premier (Sole e altri). L'Italia riapre: le date e le regole (Corriere). Il governo decide: dal 26 aprile tutti in semi-libertà (Libero). Le riaperture di primavera (Messaggero). L'Italia apre, scommessa di Draghi (Repubblica). "Rinchiuso Speranza, riapre l'Italia" titola la Verità. Salvini detta legge, rissa tra i ministri (Fatto). Zaia alla Stampa: "Ha vinto la Lega con l'aiuto delle Regioni". Il governo vira a destra – scrive il Giornale -: si riapre, usate la testa. L'ex ministro Boccia alla Stampa: "Bene il premier, non mi fido di Salvini".
Italia-Economia. Il premier: "Giusto fare debito". Sbloccati 57 cantieri: lavoro per 100 mila (Repubblica). "Grandi opere, il piano sui tempi per i cantieri" dice il ministro Giovannini (Corriere). Fondi per strade e ferrovie: la spinta per il Centro Italia (Messaggero). Al Sole parla Patuanelli: "Piano da 4 mld per l'agroalimentare: più innovazione e contratti di filiera".

ECONOMIA
Grandi opere al via, la mossa del governo per rilanciare il Paese (Repubblica p.6 e tutti): varato un piano per le infrastrutture da 83 mld che, grazie ai super poteri attribuiti a 29 commissari, potrà sbloccare 57 cantieri. Nominati i commissari su 53 opere e 150 lotti – scrive il Sole (p.4) -: con la firma del premier viene sbloccato un dossier avviato nove mesi fa. Il ministro Giovannini al Corriere (p.37): "Quest'anno partiranno 20 cantieri, 50 nel 2022 e 37 nel 2023. Si tratta soprattutto di cantieri ferroviari e stradali relativi a lavori già progettati. Tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo sarà la volta dei primi presidi di sicurezza, poi, a cavallo del 2022-23, dighe e strutture idriche". Il titolare del Mit il cronoprogramma online per ciascuna opera per controllare i lavori, poi interviene sul codice degli appalti: "La sospensione delle regole, senza sostituirle con altre, potrebbe provocare paralisi, anche perché non tutte le direttive europee in  materia sono immediatamente applicabili. Bisogna invece procedere con una ulteriore semplificazione e reingegnerizzazione delle procedure".  Il Messaggero (p.8) sottolinea la spinta al Centro-Italia nel piano: nell'elenco delle opere ci sono la metro C di Roma, strade e la ferrovia Orte-Falconara. Attenzione anche al Sud, con la ministra Carfagna che, in un intervento sul Giornale (in prima e p.8), scrive:  l'unica strada per uscire dal modello assistenziale, una delle zavorre dei nostri conti pubblici, è riattivare gli investimenti al Sud, e quindi il lavoro, i consumi, il benessere prodotto dai cittadini per se stessi. La destinazione di almeno il 40% dei fondi del Pnrr al Mezzogiorno ci dice che questo ragionamento è largamente condiviso dal governo e smentisce due luoghi comuni largamente diffusi. Il primo riguarda il preteso «sbilanciamento a Nord» dell'attuale esecutivo; il secondo concerne il centrodestra e la supposta egemonia al suo interno di pregiudizi anti-meridionali.
A proposito di investimenti, il ministro dell'Agricoltura Patuanelli al Sole (p.14) annuncia un piano da 4 mld per l'agroalimentare: "Puntiamo sull'innovazione – spiega -. Il nostro sistema infrastrutturale è vecchio e inefficiente. Per questo c'è un piano di interventi immediatamente cantierabili per complessivi 880 milioni. Un piano che per un terzo riguarda opere già previste ma per due terzi, ovvero per mezzo miliardo di euro, progetti nuovi".
Piano nazionale di ripresa e resilienza, a MF (p.17) prla Mario Nava, direttore della Dg Reform della Ue: "L'interlocuzione con l'Italia è ottima e il Paese ha la caratteristica che tutte e 10 le proposte che abbiamo approvato entrano nel Pnrr, il che mi sembra veramente positivo. Poi è l'Italia stessa che costruisce il Piano, è importante che ogni Paese ne senta la paternità, perché è il Paese che lo deve portare avanti. Le riforme non possono essere imposte da
Bruxelles ma noi stiamo aiutando, credo in maniera molto significativa, sui vari componenti del Pnrr che gli Stati membri ci domandano".

POLITICA
Draghi annuncia la riapertura dell'Italia: "Dal 26 aprile possiamo ripartire, è un rischio ragionato sulla base dei dati" (Stampa p.2). Il governo prepara il ritorno ad un giallo rafforzato, con riaperture graduali (Repubblica p.2). Dal 26 aprile si torna a cena fuori, ma solo con tavoli all'aperto – scrive il Messaggero (p.2) parlando di "riaperture di primavera" -: si va verso il sì anche a teatri, cinema e calcetto. A metà maggio accessibili gli stabilimenti balneari. Resta invece lo stop fino al primo giugno per bar e ristoranti senza dehors. Ma per eventi e spostamenti servirà un pass (Corriere p.2 e tutti): possibile spostarsi tra zone di colore differente con il certificato che attesti vaccinazione, guarigione o tampone negativo. Riapertura in presenza al 100% per le scuole. Ma non mancano i timori per aule e trasporti (Corriere p.7).
Sulle riaperture c'è stato lo scontro nei giorni scorsi nella maggioranza. "È chiaro – dice il premier  – che si arriva ad una decisione così importante con punti di vista che, per forza di cose, non sono uguali, non foss'altro perché le decisioni sono tante" (Stampa p.2 e tutti). La Lega rivendica il proprio ruolo: usato il buonsenso (Corriere p.6). Salvini al QN (p.8) esulta: "Noi al governo otteniamo cose. Se non ci fosse stata la Lega al governo avrebbe vinto Speranza". Intesa sulle riaperture raggiunta dopo le tensioni proprio su Speranza. Nel mirino nei giorni scorsi era finito il ministro della Salute: dai no vax a Lega e FdI, guerra aperta al titolare della Salute (Repubblica p.8). Draghi lo blinda: "Le critiche non erano né giustificate, né fondate. Ho già detto che lo stimo e che l'ho voluto io nel governo" (Stampa p.2). Ma il premier non sposa la sua linea, scrive il Messaggero (p.4). Secondo la Verità (p.3) Draghi mette sotto chiave Speranza: tramortito il partito dei lockdown. Le aperture hanno già vinto nel Paese, che è sfinito psicologicamente ed economicamente. E siccome questo è nato come il «governo anti-depressivo» - scrive Verderami sul Corriere (p.6) -, il premier ha deciso di prendersi «un rischio ragionato». Ecco il motivo per cui Speranza è stato sconfitto, sebbene si sia notato il modo in cui Draghi si è speso per tutelarlo durante la cabina di regia e poi davanti ai giornalisti. Non tutti gli esperti però sono d'accordo: "Per riaprire – dice Guido Rasi alla Stampa – avrei aspettato più immunizzazioni". Il Giornale (p.3) interpreta la svolta sulle aperture del premier: contagi ancora alti, ma serve un segnale contro il malcontento.
Ora si punta ad accelerare sui vaccini. Un italiano su sei ha ricevuto la prima dose, ora l'obiettivo è vaccinare l'80% della popolazione entro l'autunno (Stampa p.18). Si torna alle categorie nella campagna di profilassi: nulla-osta dell'Aifa ad AstraZeneca per i volontari under 60 (Messaggero p.5). Libero (p.7) evidenia il paradosso degli ultraottantenni che sfuggono alla vaccinazione. Anche il Giornale (p.6) segnala come il 25% degli over 80 stia ancora aspettando la prima dose.

ESTERI
Intervista all'alto commissario dell'Onu, Filippo Grandi (Corriere p.15). "La tregua in Libia: una finestra per chiudere i centri di detenzione". Poi Grandi prosegue: "Ci aspettiamo che, con l'estate, gli arrivi dalla Libia riprendano e bisogna prepararsi. L'anno scorso è stato relativamente calmo. La pandemia ha bloccato tutto, anche i trafficanti. Per l'Italia, inoltre, la sfida è doppia, perché anche la rotta balcanica ha ripreso ad essere una via d'arrivo in Europa".
Rapporti Usa-Russia, Mosca avverte gli Stati Uniti: "Richiamate l'ambasciatore" (Repubblica e Stampa p.15).  La Russia reagisce alle sanzioni di Washington sui cyber attacchi ed espelle dieci diplomatici. Germania e Covid, Merkel frena l'ottimismo dei tedeschi "Situazione seria, serve il coprifuoco" (Stampa p.11, Corriere p.10). Sprint della Germania: 700mila dosi al giorno, ma i contagi non scendono, livelli altissimi e terapie intensive in sofferenza. La cancelliera frena sulle aperture: impossibile fermare il virus senza i lockdown. La Germania ha il maggior numero di immunizzati nella Ue. Tuttavia negli ospedali la situazione resta grave.
Anche a Londra tornando le preoccupazioni: si teme per la variante indiana. Ipotesi di una terza iniezione (Corriere p.10). Gran Bretagna: 77 casi del nuovo ceppo, il più attivo. Il futuro del virus, schiacciato dai vaccini e dall'immunità dei guariti, si decide da ora.

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