Commentario del 03.08.2023

PRIME PAGINE
Reddito, alta tensione in aula per Corriere della Sera. Calderone: "soffiano sul disagio, in Campania 108 mila posti di lavoro. Il leader del M5s attacca il governo. Su La Stampa, intervista al ministro Calderone: "il lavoro si trova non serve il salario minimo"; secondo il ministro del lavoro con il Rdc sono stati sprecati 25mld. Poi assicura che non tornerà indietro. L'estate delle vacanze più care: aumenti dalla pizza ai letti (Repubblica). Politica, su Repubblica, il giorno dopo l'anniversario della strage di Bologna titola: "oltraggio alla memoria". La premier ignora le sentenze sulla matrice neofascista e c hiede di giungere alla verità. Per Mattarella le responsabilità sono state accertate. Intanto Fdi prosegue nella campagna per scagionare Mambro e Fioravanti. Autonomia, su Il Messaggero, il ddl frena. Primi voti solo dopo l'estate. Caso Fassino, per il deputato 4718 euro non sono una paga d'oro (La Stampa). Esteri, Tajani, "In Niger serve prudenza. Italiani scortati dai golpisti", su Repubblica. Polveriera Africa, per La Stampa, sbarcati gli italiani in fuga dal Niger: "bambini terrorizzati". Da oltreoceano, sempre su La Stampa, Trump va alla sbarra, ma ora può vincere. Il caso. Gli onorevoli e la disfida sulle sneakers. Montecitorio studia le regole per il decoro: deputati divisi anche sulla cravatta (Corriere della Sera).

ECONOMIA
Ancora in primo piano la questione reddito di cittadinanza, con il ministro del Lavoro Calderone che intervistata dal Corriere della sera (pagina 9) e dalla Stampa (pagina 2) dice: "sono stati spesi molto male 25 miliardi, visto che hanno prodotto solo sussidi senza alcun miglioramento della situazione occupazionale", sottolineando che non c'è alcun rischio bomba sociale. "Il Ministero dell'interno non segnala alcuna situazione particolare a riguardo. D'altronde, tutti coloro che rientrano nei requisiti per essere assistiti lo sono e lo saranno. Nessuno degli aventi diritto sarà lasciato indietro". Mentre per quanto riguarda la formazione "è la legge che prevede la sua operatività a partire dal primo settembre". Quanto al salario minimo il ministro ripete il suo "no", convinta che il lavoro povero "si combatta con la buona contrattazione e investendo sulla produttività". Tema Pnrr in evidenza con le Regioni che si ribellano (Stampa pagina 4): "senza quei soldi chiudiamo i cantieri", scrivono i governatori nel documento bipartisan di 27 pagine approvato dalla Conferenza delle Regioni. "Le questioni fondamentali sono due, dice Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, intervistato dal Corriere della sera (pagina 6). Da un lato, si tratta di capire come la riprogrammazione annunciata dal governo inciderà sui singoli capitoli e, di conseguenza, sui singoli progetti. Dall'altro, vorremmo avere garanzie che funzioni il rifinanziamento d i progetti accantonati dal Pnrr con altri fondi come quelli europei. È importante conoscere modalità e tempi", sottolinea Fedriga. Intanto il titolare del Mef Giorgetti intervenendo alla festa della Lega a Cervia si dice ottimista: "Siamo convinti di riuscire a centrare, anche a superare, la crescita dell'1 per cento prevista a dicembre" (Stampa pagina 3), sottolineando che "Tassare in modo giusto il lavoro e costruire un rapporto collaborativo tra contribuente e fisco" è la filosofia che c'è dietro la delega fiscale". Una "riforma del fisco epocale", la definisce il viceministro dell'Economia Leo (Giornale pagina 5), che restituisce "certezza del diritto", con regole chiare "per chi vuole investire in Italia". La riforma passa in Senato e corre verso la Camera dove è attesa domani al voto finale (Sole 24 Ore pagina 4), con i decreti attuativi che saranno affidati sul modello Visentini a un Comitato tecnico per la riforma tributaria. Infine il declassamento americano (Sole 24 Ore pagina 2 e tutti), col taglio del rating da AAA ad AA+ dell'agenzia Fitch. Decisione che, sottolinea la stessa agenzia, rispecchia una valutazione molto critica del "progressivo deterioramento, negli ultimi vent'anni, della politica americana e della capacità di governo" di Washington.

POLITICA
Giornata politica piena di spunti, quella del 2 agosto. Durante l'anniversario della strage di Bologna, Mattarella sottolinea la matrice neofascista, e insieme a lui La Russa, mentre Meloni parla solo di terrorismo.  Per Repubblica (pagina 2), l'omissione di Meloni ferisce bologna. Per Schlein non si accettano tentativi di depistaggio né di riscrivere la storia, fu una strage neofascista con intento eversivo. Per Sandra Bonsanti, intervistata da La Stampa, "manca il tassello delle responsabilità storiche, qualcuno dovrà dirci in che razza di democrazia abbiamo vissuto", e poi un commento sulle dichiarazioni dell'attuale esecutivo: "tra i ministri c'è imbarazzo, ma poteva andare peggio, sono stati abbastanza cauti". Per Lambertini, vicepresidente dell'associazione parenti vittime, "la destra tiene a certi suoi legami più che alla giustizia", "stupisce l'ostinazione all'ambiguità. Prendere le distanze darebbe cedibilità". Il caso Fassino, su tutti i quotidiani, "Macché stipendi d'oro"; alla Camera passa un odg per portare la busta paga dei deputati al livello di quella dei senatori, e il deputato piemontese mostra in Aula la sua busta paga dichiarando che 4718 euro non sono una paga d'oro. Schlein si dissocia (Repubblica pagina 9) e lo rimprovera (La Stampa pagina 15); per il quotidiano torinese ci sono altre indennità, oltre a quello mostrato da Fassino. In chiusura, la crisi nel Terzo polo, "ha senso stare ancora insieme?" Giachetti, di Italia Vivia, propone due gruppi separati (Corriere della Sera pagina 14). Per Calenda le differenze sono rilevanti, ora è necessaria una verifica. Dalle pagine del Messaggero (pagina 6), il ddl sull'Autonomia frena: voto sugli emendamenti non prima di settembre. Lavori a rilento a palazzo Madama, manca l'ok della commissione bilancio. E tutto questo mentre la camera si divide sul dress code e sull'obbligo di cravatta (su tutti i quotidiani) e il divieto di indossare sneakers.

ESTERI
In primo piano su tutti i quotidiani l'incriminazione di Trump. La terza, per la quale l'ex presidente degli Stati Uniti si presenterà oggi in un tribunale federale di Washington. Quattro, riferisce il Corriere della sera a pagina 10, i capi di imputazione: cospirazione per frode ai danni degli Stati Uniti, ostruzione e cospirazione per ostacolare i procedimenti governativi (la certificazione del voto); cospirazione contro i diritti degli elettori (che i loro voti siano contati). Per ciascuno sono previste pene massime tra i 5 e i 20 anni di carcere. E però, sottolinea il Messaggero a pagina 11, solo il 13% dei repubblicani pensa che Trump sia colpevole di qualche crimine mentre la maggioranza lo reputa  perseguitato dal deep state di Joe Biden. Mentre fra i democratici la percentuale dei colpevolisti è schiacciante e supera l'86%. Finora dunque non sembrano esserci dubbi che l'ex presidente vincerà le primarie che si terranno dal prossimo gennaio in poi. Quanto alle presidenziali del 5 novembre 2024, le sue possibilità di vittoria contro  Biden sono realistiche anche se alcuni sondaggi rivelano una frattura nel fronte degli indipendenti. Elezioni che, secondo Alan Friedman (Stampa pagina 15) Trump  trasformerà in un referendum nazionale sulla sua figura. Sul fronte Niger, il ministro degli Esteri Tajani intervistato da Repubblica a pagina 10 dice: "La situazione è in fase di evoluzione. Siamo favorevoli a qualsiasi tentativo diplomatico per trovare un accordo e per questo abbiamo tenuto aperta l'ambasciata a Niamey, e anzi la nostra ambasciatrice è rientrata in sede. Deve essere ripristinata la democrazia. Ma vogliamo che siano individuate soluzioni pacifiche. Siamo sempre stati contrari anche all'ipotesi di qualsiasi intervento militare europeo". Mentre per quanto riguarda i 350 soldati presenti sul territorio nigeriano dice: "Al momento rimangono dove sono. I militari italiani come tutti gli altri contingenti occidentali. Noi addestravamo i contingenti nigerini e per ora abbiamo congelato naturalmente quelle attività, il nostro contingente rimane in caserma, nella sua base". Intanto, riferisce la Stampa a pagina 16, il fronte antioccidentale del Sahel si fa sempre più compatto, mentre la Nigeria taglia l'elettricità (Giornale pagina 16). Passando alla guerra russo-ucraina, Putin torna a concentrarsi sui porti (Corriere della sera pagina 13 e tutti): ieri mattina, per la seconda volta in due settimane, i droni russi sono tornati a colpire quello di Izmail sul Danubio bruciando 44 mila tonnellate di grano. Un estremo tentativo di mediazione per cercare di ripristinare l'accordo sul grano l'ha fatto sempre ieri Erdogan in una lunga telefonata con Putin. Una mossa che il presidente turco ha definito "un ponte per la pace" con Mosca che però esige che venga alleviato il regime delle sanzioni economiche contro i suoi prodotti.

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