Commentario del 05.06.2023

PRIME PAGINE
Pnrr in evidenza su tutti i quotidiani, con "la trattativa Su una'clausola' per salvare i fondi" (Corriere della sera). Su Repubblica "Chi ostacola il Pnrr". "Pnrr, governo verso la fiducia " (Messaggero), mentre il Fatto quotidiano denuncia: "Il Pnrr fa felice solo il Nord: è boom di sgravi alle imprese". E per il Tempo "I mercati premiano l'Italia". In apertura su La Stampa le parole del presidente dell'Anticorruzione Busia: "Destra all'attacco dell'Antimafia". Intervista al Potere su Libero: "L'anti-Meloni deve ancora nascere". Mentre il Giornale punta il dito contro i Comuni rossi e titola: "Sorpresa, i soldi ci sono E li usano per multarci". Il Fatto quotidiano si chiede "Chi c'è nella Cupola delle Armi che pilota il governo d'Europa". Giornata dell'ambiente in primo piano sul Sole24Ore: Italia, consumo di suolo sempre più alto: in testa Monza, Napoli e Milano". In evidenza anche la cronaca, con il racconto dell'amante del killer Impagnatiello: "Alessandro faceva paura" (tutti). Con la Stampa che anticipa in prima pagina l'intervista al ministro Piantedosi: "Femminicidi, ecco il piano del governo".  "Belgorod colpita dai raid dei ribelli anti Putin" è il titolo di Repubblica per quanto riguarda gli esteri. Sulla stessa linea il Corriere della sera: "Incursioni, prigionieri Battaglia a Belgorod". Per il Messaggero "La guerra arriva in Russia, fuga dalle città di confine". "La resistenza di Leopoli" sul Foglio. Su La Stampa "Aiutate il mio Iran" e "Una donna per la Nato". Mentre il Giornale vola a Hong Kong: "In carcere per due fiori nel giorno di Tienanmen".

ECONOMIA
In primo piano su tutti i quotidiani la questione Pnrr.  Il punto di partenza, riferisce Repubblica (p2) è rappresentato dalle 120 misure che, nelle valutazioni del governo, contengono uno o più elementi di debolezza. Sono i progetti che rischiano di uscire dal Pnrr, per traslocare su altri fondi, europei e nazionali, che hanno tempi più lunghi rispetto alla scadenza fissata, al 30 giugno del 2026, per l'impiego dei 191,5 miliardi del Piano. Non è una rinuncia alle risorse, ma è un gioco al ribasso sulla scommessa di cambiare ritmo alla capacità di spesa. I ministeri che arrancano di più sono due: Ambiente e Infrastrutture, seguiti da Cultura e Istruzione. Per il Corriere della sera (p6) la clausola per salvare il Pnrr è dirottare i fondi sul piano energetico con progetti di ampio respiro di grandi player come Snam, Terna, Eni ed Enel che potrebbero "ospitare" i fondi che altrimenti non verrebbero spesi entro la scadenza naturale del Pnrr. Ma, sottolinea la Stampa (p4), per la transizione energetica servono occupati: 120mila entro il 2025, l'anno di massima spesa del Fondo. Il problema, come evidenzia la Banca d'Italia nella sua relazione annuale, è che nell'ultimo triennio l'invecchiamento della popolazione ha causato una perdita di 500mila persone dal mercato del lavoro. Per far fronte a questo divario, come ha rimarcato il governatore Ignazio Visco, bisogna "saper gestire i flussi migratori". A frenare il Piano, riporta il Messaggero (p2) sono poi i mini-progetti: faro su musei, presepi e telescopi. Ma nell'intervita a Repubblica (p2) il presidente Anci Decaro dice: "I Comuni sanno spendere, è il governo che non ci anticipa i soldi".
Sul Tempo (p3) il sottosegretario all'Economia Freni sottolinea che "il trend è migliore rispetto a tutte le previsioni" visto che "Il Pil cresce, l'inflazione cala e la produzione industriale non deflette. Per tutte queste ragioni – dice - ci possiamo aspettare dati incoraggianti in vista della legge di bilancio". E sulla transizione energetica "è importante farla" ma "senza uccidere l'economia". Per Repubblica però, sono risparmi e turismo a spingere il Pil (p3) ma senza il Recovery la crescita crolla. Mentre secondo il Fatto quotidiano (p10) le spese 'vere' del Piano sono al 60%. Intrevistato da Repubblica (p4) il ministro Urso dice: "Vogliamo spostare le risorse del Pnrr sull'energia è questo il confronto con l'Ue" sottolineando che "Quei fondi servono per crescere e ridurre il debito. Ma con obiettivi realizzabili: gli stadi di Firenze e Venezia non c'entravano nulla".
Infine la stretta varata dal governo sul Reddito di cittadinanza che, riferisce il Messaggero (p5) secondo Bankitalia riguarderà per il 60% gli stranieri consentendo di ridurre i costi dello Stato di quasi 2 miliardi.

POLITICA
Schlein sotto attacco (Corriere della Sera p.14); le critiche alla leader dalla "sua" regione; ieri colloquio con Bonaccini. La posta in gioco non è da poco: nel 2024 amministrative a Modena, Forlì, Cesena, Ferrara e Reggio Emilia e poi la partita regionale. Sono tanti a chiedere un dibattito sul risultato dei ballottaggi, ma la segretaria ancora rimanda. E in Toscana, ex feudo rosso, non va meglio (Repubbica p.12); dopo la sconfitta elle Comunali, ai dem restano soltanto 3 capoluoghi su 10, con la paura nel 2025 di perdere anche la Regione. Nel mentre la Lega chiude a Berlusconi (Repubblica p.10); la lega non aderirà al Partito Popolare Europeo. Caso Metropol, la Lega vuole andare al Copasir (Stampa p.6) per Berlusconi, contro Salvini  è in corso un processo politico. E sempre da Forza Italia, nella figura di Maurizio Gasparri, arrivano dure critiche al procuratore nazionale Antimafia Melillo, colpevole di aver rilasciato in un'intervista a La Stampa critiche alla decisione del governo di abolire il controllo concomitante della Corte dei Conti sulle opere del Pnrr con il rischio di agevolare le infiltrazioni della criminalità organizzata; secondo il senatore azzurro, la Procura Nazionale Antimafia si rivela una fucina di futuri esponenti politici della sinistra: Grasso, Roberti, Cafiero De Raho. Secondo il vicepresidente del Senato il senso "di alcune interviste sembra quello di proiettare queste persone, che hanno già ricoperto incarichi importanti di collaborazione con ministri della sinistra, verso una ulteriore carriera politica. Pd e M5s sulle  arricate; per Schlein la maggioranza ha l'ossessione per chi vigila. Ma dall'opposizione arriva un appoggio alla maggioranza, per Calenda "basta parlare di fascismo", anche lui, nelle stesse condizioni avrebbe preteso una stretta alla Corte dei Conti. Intanto arriva alla camera la norma che riduce i poteri dei magistrati contabili, per i partiti della maggioranza: "è un provvedimento che serve al Paese". Per Busia, presidente dell'Anticorruzione (Stampa p.3), l'Italia non può permettersi un fallimento sul Pnrr; sulla responsabilità erariale dei dirigenti pubblici trasparenza e chiarezza sono proritari – ribadisce Busia, che aggiunge – si può rinunciare la controllo concomitante, ma devono rimanere tutti gli altri. E lontano dalle discussioni di palazzo il dramma dei femminicidi; il ministro Piantedosi richiama l'attenzione sulla piaga: "stiamo studiano un intervento da portare in Cdm; useremo di più il braccialetto elettronico; ma quel tipo di repressione, secondo il ministro non può bastare; "C'è un grande lavoro da fare. Le norme sul fronte della prevenzione e sulla sanzione penale sono fondamentali, ma certamente non bastano. C'è un tema più ampio che riguarda l'educazione e la formazione che deve partire con efficacia fin dai primi anni di scuola.

ESTERI
Manovre e minacce nei mari di Taiwan (Corriere della Sera p.15). Per Pechino la guerra sarebbe un disastro. Prima un jet cinese ha intercettato un aerospia Usa, poi la quasi collisione tra due navi; il ministro cinese della Difesa minaccia gli americani state lontani, e il suo mologo Austin chiede di parlare. Nel mentre elgoro è stata colpita dai raid dei ribelli; per Putin bisogna "prendere tempo" (Repubblica p.14, ma tempo non c'è, se il governatore di Belgorod ba già ordinato l'evacuazione della sua città, oltre che dei paesi e villaggi lungo il confine con l'Ucraina. Le incursioni dei russi filo ucraini, i "ribelli sono ormai estremamente imbarazzanti per Mosca. Non solo questi vanno avanti e indietro sul territorio nemico da due settimane, e fanno prigionieri. E proprio nell'esempio di una piccola città si può osservare la fine dell'era di stabilità di Putin (Stampa p.15); gli eventi in corso nella regione di Belgorod potrebbero essere una distrazione nel quadro più ampio della guerra: aumentando la frequenza degli attacchi su Belgorod, l'Ucraina starebbe costringendo la Russia a dispiegare truppe aggiuntive per difendere il confine, lasciando cosi sguarnite altre zone del fronte. Proprio una di queste zone potrebbe diventare il bersaglio della tanto attesa controffensiva ucraina. E nel momento di maggiore difficoltà della sua presidenza, Putin arruola l'icona più famosa e la porta da Kirill (Corriere della Sera p.4) la fragilissima opera d'arte in legno ha lasciato il museo dove veniva conservata tra mille cautele per essere benedetta dal patriarca e mostrata ai fedeli nella più grande cattedrale di Mosca, nonostante le proteste di quasi tutti gli esperti russi. Per lo Zar "ci farà vincere". Intanto arriva un segno di apertura e distensione verso l'Occidente, come primo atto del nuovo mandato da presidente Erdogan (Stampa p.16) che ha incontrato il segretario generale della Nato Stoltenberg e ha acconsentito al riavvio, dal 12 giungo, dei colloqui per l'ingresso della Svezia nella Nato. Non siamo ancora al via libera, ma il clima è cambiato rispetto al periodo di campagna elettorale.

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