Commentario del 4.06.18

IN PRIMA PAGINA
Caso migranti in primo piano. Le accuse di Salvini: "Non siamo il campo profughi d'Europa" (Corriere). Ora la paura fa 90: la Merkel accusa la Ue e difende l'Italia (Fatto). Il Giornale avverte: più immigrati al Nord. La ricetta sui rimpatri rischia di essere un boomerang. Il cardinal Bagnasco sui migranti: "Saggezza e accoglienza" (Stampa). Soros: "Governo legato a Mosca" (Repubblica).
Tra le mosse del nuovo governo,la ministra per gli Affari Regionali, Erika Stefani a Libero assicura: "Darò l'autonomia a Lombardia, Veneto ed Emilia".
Intanto, in Europa, il fantasma dell'Italexit (A&F). Delusi in crescita, ma gli italiani vogliono restare con la Ue e l'euro (Corriere). Su Libero uno studio americano che evidenzia come l'Italia senza euro sarebbe ricca come Londra.
Italia-Economia: dual tax, i conti delle famiglie (Sole). Pensioni, per la quota 100 almeno 64 anni e tetti di spesa (Messaggero). Nella caccia alle risorse per finanziare le pensioni, idea gialloverde: gli esuberi siano a carico delle aziende (Stampa).
Messaggero e altri riprendono le parole di Mario Balotelli: "Italia svegliati, basta razzismo. Io capitano per tutti gli stranieri".
Roland Garros, favola Cecchinato, Goffin ko: impresa che vale i quarti (Messaggero e altri).

ITALIA-ECONOMIA
I nodi da sciogliere per il varo del Def (Corriere p.5): il Documento di economia e finanza è il primo banco di primo del nuovo governo. Per bloccare gli scatti sull'Iva servono 13 mld una tantum per il 2019, più altri 6 per il 2020, ma non si potrà fare ricorso al deficit. Tutti dicono di non volere gli aumenti Iva, ma con l'inflazione bassa e le spinte sulle tasse della nuova maggioranza si potrebbe pensare agli scatti (A&F p.8). Intanto, una delle ipotesi sarebbe lasciare andare l'Iva e utilizzare le coperture per finanziare operazioni come il taglio dell'Irpef (Corriere), ma secondo A&F (p.5) l'Irpef è già per molti italiani una tassa piatta, visto che il 44,9% di cittadini paga il 4,64% dell'imposta sul reddito, mentre il 12,9% versa il 54,01%. E Giornale (p.12) scrive: l'aumento dell'Iva al 25% si mangerà tutta la flat tax. Il Sole (in prima e p.3) si concentra sui risparmi che introdurrebbe la dual tax, che prevede un'aliquota del 15% per i redditi inferiori agli 80 mila euro e del 20% per quelli superiori: più vantaggi – scrive il Sole – alle famiglie con guadagni da 60 a 80 mila euro all'anno, ma spunta il nodo della "salvaguardia" delle fasce più basse.
Tra gli altri punti da sciogliere ci sono: risorse per il decreto sisma, la riduzione del deficit dello 0,6% per tenere fede agli impegni Ue e la partita delle grandi opere come l'Alta velocità (Corriere). Da Moscovici mano tesa al governo: "L'Ue non è un avversario. La manovra? Ci pronunceremo soltanto sui fatti" (Messaggero p.4).
Nel frattempo, dall'Inps arriva l'avvertimento sulle baby-pensioni: 406 mila assegni versati da più di 38 anni (su tutti). La nuova maggioranza di governo punta all'introduzione di "quota 100" per le pensioni: 64 anni il limite di età. Previsto un tetto di spesa (Messaggero p.5). Per introdurre "quota 100" si studia il modello bancario, con le risorse per gli esuberi che sarebbero a carico delle imprese (Stampa p.9). "Legge Fornero e Jobs Act da abolire" ha detto Di Maio che punta all'introduzione non solo del reddito ma anche della pensione di cittadinanza (Stampa p.8). Ma sulle prospettive di smantellamento della Fornero arriva l'allarme dell'ex viceministro dell'Economia Morando: "A rischio la tenuta previdenziale, si crea allarme in Europa sul debito". Ma l'economista Brambilla al Corriere (p.6) dice: "L'allarme sui conti è infondato, la spesa per pensioni pesa solo l'11% sul Pil. Bastano solo 5 mln, bisogna puntare sui fondi esuberi e di solidarietà che esistono già per ogni categoria e replicare il modello del settore bancario". Brambilla parla anche di Jobs Acr: "Ha cose buone, ma va destrutturato. Bisogna ridurre la precarietà cancellando il decreto Poletti, il contratto a termine non può durare più di 24 mesi e 3 proroghe. Non toccherei l'art.18 ma ripristinerei i voucher da 10 euro, limitati ai settori originari. E abolirei gli sgravi sulle assunzioni dei giovani, sostituendoli con un super-ammortamento".

ITALIA-POLITICA
Senato, domani test fiducia per la maggioranza grillo-leghista (Messaggero). Intanto, Salvini apre il fronte immigrati (Corriere e tutti). In Sicilia dice: "Non può essere un campo profughi". Accusa le Ong e dice no alla riforma di Dublino sull'asilo, ma spiega: "Linea dura? No, buon senso: lavoreremo per evitare le partenze" (Giornale p.2). Poi sfida l'Ue: "Verso l'Italia devono passare dalle parole ai fatti" (Repubblica p.2). Sponda della Merkel al governo italiano: "Roma lasciata sola dall'Europa". Fatto (in prima e p.3) parla di "strano asse tra Merkel e Salvini". Il piano del Viminale prevede un incremento dei rimpatri degli irregolari attraverso fondi ai Paesi di provenienza (Messaggero p.3). Risorse stornate dai 5 mln per l'accoglienza, l'obiettivo è riattivare i rapporti bilaterali con il Niger per la frontiera con la Libia. Ma per Fubini (Corriere p.5) all'Europa piace il piano B: cioè destinare fondi ai centri di permanenza per tenere qui i migranti 18 mesi. Ma il Giornale (in prima e p.3) avverte: rischia di essere un boomerang, Salvini dovrà aprire nuovi Cie al Nord e nelle Regioni a guida leghista. Fedriga, governatore del Friuli, alla Stampa (p.2): "Si facciano questi centri, un cittadino si sente più sicuro se sa che i richiedenti asilo non circolano davanti al suo portone. Nel caso di diniego dell'asilo si organizzino i rimpatri". Intanto, Sarzanini (Corriere p.3) evidenzia tutti gli ostacoli alla riforma: scarsa collaborazione dei Paesi di provenienza, diffidenza dei sindaci a creare centri di permanenza nel proprio territorio e difficoltà a far rispettare il foglio di via di chi viene espulso, ma in realtà resta in Italia e diventa irreperibile. Nel frattempo, primi malumori nella maggioranza giallo-verde, nell'ala sinistra del M5S cresce il malcontento per i toni e i diktat leghisti sull'immigrazione (Repubblica p.2). La Chiesa lancia l'avvertimento: "Basta proclami elettorali, l'accoglienza è un valore: servono prudenza e saggezza" dice Angelo Bagnasco alla Stampa (p.4). E monsignor Paglia a Repubblica (p.3) aggiunge: "Non soffiare sulla rabbia. E ricordiamoci i 25 mln di nostri emigrati". Intanto, altri 56 migranti muoiono in mare (Stampa p.2 e tutti): strage di bambini nelle acque di Turchia e Tunisia.
Primi segnali del nuovo governo anche sulla politica estera. Missioni, l'esecutivo studia il ritiro graduale dall'Afghanistan (Stampa p.6). La neo ministra della Difesa Trenta: "Ogni intervento va bilanciato con gli interessi del Paese". Ma gli Usa avvertono: "L'Italia è una nazione chiave a Kabul". La scelta di un disimpegno metterebbe in discussione il rapporto su altri scenari, a partire dal fronte libico (Stampa p.7). Intanto, dubbi anche sulla missione italiana in Niger.
"Darò l'autonomia alle regioni del Nord": su Libero (in prima e p.5) parla la ministra per gli Affari Regionali, Erika Stefani: "Da oggi incontro i governatori di Lombardia, veneto ed Emilia. Riapro subito il dialogo per verificare se ci sono ulteriori spazi di autonomia oltre quelli già concordati. La legge sarà approvata con il voto palese".

ESTERI
Italexit,  il fantasma allarma l'Europa. A&F (in prima e p.2) fa una simulazione di quello che potrebbe accadere nel caso di ritorno alla Lira: chiusura ai flussi finanziari internazionali, default sul debito pubblico, blocco della Borsa. Un sondaggio Ipsos riportato da Di Vico sul Corriere (in prima e p.11) evidenzia come, sebbene i delusi siano in crescita (56%) su coloro che hanno fiducia nell'Ue (34%), gli italiani vogliono restare con la Ue e l'euro: solo il 29% voterebbe per abbandonare l'euro e il 25% per uscire dall'Unione, mentre il 49% voterebbe per la permanenza nella moneta unica e il 55% per restare in Europa. Rispetto ai leghisti, tra gli elettori 5S prevalgono i comunitari. Su Libero (in prima e p.9) uno studio americano che evidenzia come l'Italia senza euro sarebbe ricca come Londra: con più flessibilità nei tassi di cambio e libertà di svalutare, il nostro Pil pro capite sarebbe del 10% in più. E' uno studio degli esperti del settimanale Usa Barron's a dirlo.
La Slovenia ai conservatori anti-migranti (Stampa p.11 e altri): l'ex premier Janez Jansa vince le elezioni anticipate. Altra affermazione della destra populista, ma i voti non danno la maggioranza: per governare serviranno alleanze.

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