Commentario del 3.06.18

IN PRIMA PAGINA
Al via il governo Conte (Sole), l'Italia a Salvini e Di Maio (Repubblica). "Si inizia da migranti e lavoro" (Corriere, Messaggero). Mattarella: istituzioni salde (Sole). Ma il capo dello Stato mette i paletti su Ue e coesione sociale (Messaggero). Berlusconi: voteremo la sfiducia (Giornale). Il Pd grida al fascismo (Fatto). La Lega vola al 28,5% (Corriere). Giornale, Foglio e Libero contro il governo: incompetenza al potere. Repubblica: allacciate le cinture. Il Corriere: alleanza conflittuale.
Tria rassicura sull'euro: "Nessuno vuole uscire" (Sole). I mercati "aprono" all'esecutivo. Dal governatore Visco richiamo sul debito: "Con l'uscita dal Qe serve un taglio deciso" (Sole). Gli investitori: "scampato il rischio peggiore, ora comincia la sfida" (Sole). Attesi al varco anche il ministro Fontana sulla Famiglia e la Grillo sui Vaccini. Fontana: "Nascite primo obiettivo" (Avvenire). "La famiglia? Tra uomo e donna" (Messaggero). La Grillo: "Per i vaccini vale il contratto" (Messaggero).
In primo piano su tutti anche la crisi spagnola: sfiducia a Rajoy, Sanchez premier (Sole), tornano i socialisti (Corriere). Contro i dazi Usa Bruxelles avvia il ricorso alla Wto (Sole). Dagli Usa siluro a Deutsche Bank: S&P's taglia il rating a BBB+ (Sole).
Tra finanza e industria, l'ultimo piano di Marchionne per Fca: archiviata l'auto di massa (Fatto), si punta sull'elettrica (QN). Il manager si mette la cravatta e brinda ai conti: debito azzerato, missione compiuta (Sole). Elkann: "Non vendiamo" (Stampa).
Calcio, Italia di Mancini, prima sconfitta. Il test Francia è troppo severo (QN). Nazionale ancora troppo acerba a Nizza, la Francia vince 3-1 (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Tria, messaggio ai mercati: "Qui nessuno pensa a uscire dall'euro" (Corriere, Sole). "Non sfascerò i conti pubblici" (Stampa). Dal nuovo ministro dell'Economia parole rassicuranti su euro e conti. "In Italia non esiste alcuna forza politica che vuole uscire dall'euro. Il mondo deve prenderne atto". Nessun riferimento, per ora, all'altro tema chiave, l'aumento dell'Iva, rispetto al quale il professore è sempre stato favorevole. Per lui debutto a Ecofin  ed Eurogruppo il 21 e 22 giugno, col nodo deficit (Sole). Brunetta alla Stampa: "Il consiglio è rispettare le regole sul debito e trovare le coperture" (Stampa).  I mercati "aprono" al  nuovo governo (Sole, Messaggero) e brindano alle urne scampate (Giornale): spread a 233 punti, Milano recupera un altro 1,49%. In discesa il rendimento del Btp decennale. Visco: "Ora si guarda positivamente all'Italia" (Messaggero). Ma la lunga fase delle consultazioni – stima il Sole - è costata a Piazza Affari circa 83 mld, tra titoli azionari e obbligazionari, quasi un miliardo al giorno domeniche e festivi compresi. Il prezzo più salato è stato per i titoli di Stato (71 mld). Gli investitori restano cauti: il governo dovrà ora conquistarsi la fiducia dei mercati, al netto dei dubbi e dello scetticismo che aleggia sul "contratto" del governo. 
"Ora reddito di cittadinanza e pensioni": su Corriere, Messaggero e altri le prime mosse di Di Maio ministro del Lavoro e dello Sviluppo. "E' ora di far ripartire il Paese, di mettere da parte la Fornero, di istituire il reddito di cittadinanza e il salario minimo orario. E lo faremo" dice alla squadra dei ministri 5Stelle. Tra i primi provvedimenti annunciati c'è la punizione per le aziende che delocalizzano, mentre per il reddito di cittadinanza si prevedono tempi più lunghi e una possibile controffensiva leghista, che invece proverà a mettere subito in campo la flat tax. Di Maio penserebbe anche a un intervento immediato sulle pensioni d'oro, scrive Repubblica, dal gettito poco significativo (100-200 mln) ma dal grande impatto mediatico. Non escluso un aumento delle minime e un primo ritocco alla Fornero, tramite disegno di legge. C'è poi da definire gli assetti di sottosegretari e deleghe (a cominciare da quella sulle Telecomunicazioni, a cui guarda Berlusconi) e i tavoli di crisi aperti, a cominciare da Alitalia e Ilva. Per il Messaggero sulla delega alle Tlc è già scontro tra alleati. Per Repubblica la flat tax può arrivare a settembre ma è caccia alle coperture: la misura costerebbe 50 mld, c'è da capire quando far partire le due aliquote previste (al 15 e al 20%), se già dal secondo semestre di quest'anno (con un blitz) oppure l'anno prossimo. Altra partita decisiva, le nomine: oltre 350 i posti in scadenza nelle partecipate pubbliche, a cominciare da Cdp e Rai. Nel 2019-20 il clou, con i rinnovi in Enel, Eni, Fincantieri, Poste e Leonardo. Formalmente c'è da accorpare i ministeri Lavoro e Sviluppo e Economico e associare la delega del Turismo all'Agricoltura. Sul fronte Infrastrutture, il Messaggero rimarca la "ola" in Campidoglio alla notizia della nomina di Toninelli: dal MiT si attende infatti un assist per i malandati mezzi pubblici della capitale e per le infrastrutture. Il Giornale riprende invece il dossier Alitalia: ora si complica la rotta verso Lufthansa o lo Stato. Il nuovo governo vuole "non solo un salvataggio in un'ottica di sopravvivenza economica, bensì un rilancio nell'ambito di un piano strategico nazionale" ma sul gruppo tedesco pesano le polemiche con Berlino nonostante in questo momento rappresenti l'offerta più adeguata alla gara.
Altro ministero decisivo per l'Economia quello per il Mezzogiorno, affidato alla grillina Barbara Lezzi: qui incrociano questioni come l'Ilva, il Tap, la rete dei trasporti. La Lezzi è stata sempre contraria al Tap.

ITALIA-POLITICA
Governo giallo-verde al via, debutto senza strappi (Messaggero). Ieri il giuramento, martedì la richiesta di fiducia al Senato (Sole). Gentiloni si congeda tra gli applausi: "Lasciamo un'Italia migliore" (Sole e tutti). Conte parte dal dossier di 33 pagine di Gentiloni: "Non siamo marziani, dimostreremo che non siamo populisti". Ma in Cdm arriva subito il caso euro (Messaggero e altri). "Nessuno è contro la moneta unica" ha assicurato Conte (Stampa). Intanto, coesione sociale, Europa e accoglienza sono i paletti che Mattarella ha ribadito nelle prime parole dalla risoluzione della crisi (Corriere e altri). Ora il capo dello Stato sarà garante contro le forzature (Stampa).
In primo piano su tutti l'agenda di governo. Subito i dossier scottanti (Avvenire). Conti, tasse, Iva, lavoro, migranti. "Taglieremo i fondi per gli immigrati - esordisce Salvini -: troppi 5 mld" (Corriere e tutti). Il leader della Lega prepara anche il dossier legittima difesa. Il numero uno del M5S, Di Maio: "L'Italia deve ripartire, cominceremo dalla Fornero" (su tutti). E il leghista Siri al Messaggero chiarisce: "Spiegheremo agli interlocutori europei i progetti di crescita che abbiamo, lavorando insieme a Bruxelles senza pregiudiziali". Attese novità su Infrastrutture, - dove saranno sottoposte a verifica le grandi opere -, sulla Salute – dove si va verso abolizione del superticket, via libera alla liberalizzazione delle medicine, mentre resta da sciogliere il rebus vaccini – e Istruzione, dove è previsto lo smantellamento della Buona scuola (Stampa). Su tutti i quotidiani le parole del neo-ministro della Famiglia Fontana: "La priorità è invertire il drammatico calo demografico. Restringere il diritto all'aborto? Nel contratto non di governo non c'è, così come non c'è l'abolizione del matrimonio omosessuale". La titolare degli Affari Regionali, Erika Stefani, al Messaggero: "Primo atto sarà affrontare l'autonomia di Lombardia e Veneto".
Il 44% degli italiani dà un giudizio positivo su questo governo: secondo le rilevazioni Swg (Messaggero) solo il 18% avrebbe preferito tornare al voto a luglio, al 24% sarebbe piaciuta l'ipotesi Cottarelli. Sul Corriere Pagnoncelli: aumentano del 4,3%  indecisi e astensionisti. Quanto ai partiti, M5S al 30,1% (-2,5%), in crescita la Lega al 28,5%. Pd al 19,2%, mentre cala del 3% Fi. Mobilità di voto eccezionale a soli tre mesi dalle urne.
Berlusconi conferma la linea dell'opposizione: "Rimaniamo fedeli al voto del popolo di centrodestra. Saremo rigorosi nell'opporci a tutto quello che giudicheremo non positivo per l'Italia e gli italiani" (Corriere e altri). Il Pd ieri in piazza alla manifestazione contro il governo: "In trincea per difendere l'Italia da avventure rischiose" dice Delrio (Stampa). Arriva, invece, la mano tesa di FdI: "Sono a disposizione dell'esecutivo, 100 ddl già depositati"(Giornale).

ESTERI
L'Europa apre al governo, tra voglia di dialogo e timori (Stampa): dopo gli insulti e l'ironia ieri a Conte sono arrivati i messaggi di benvenuto di Juncker, Merkel e Tusk: "Con Roma amicizia e cooperazione" (Corriere, Messaggero). Ma l'Italia resta un'osservata speciale. Si teme un effetto domino con i populisti al governo. Ad alimentare i dubbi il voto, ieri all'Europarlamento di Strasburgo, da parte di Lega e M5S di un emendamento che chiedeva programmi e aiuti destinati agli Stati che intendono negoziare l'uscita dall'euro. La misura non è passata ma il Pd incalza: cade la maschera sulle loro reali intenzioni (Repubblica, Messaggero). Decisivo sarà il ruolo di Moavero Milanesi agli Esteri: per Repubblica sarà lui il pontiere per trattare con Bruxelles. Da Macron, mano tesa a Conte, non ai 5S. Washington studia il "fedele alleato". Russia Unita rilancia l'asse con la Lega. Londra confida in un alleato contro Bruxelles per trattare la Brexit (Repubblica)
Dazi, al G7 tutti contro la mossa di Trump (Messaggero p.21). Macron definisce "illegittima" i dazi imposti da Washington. "Necessario riequilibrare gli scambi" è la risposta della Casa Bianca al presidente francese. "Gli Usa stanno giocando un gioco pericolo – ha avvertito la la commissaria Ue alla Concorrenza Malmstron -. Questa decisione, che fa seguito all'abbandono degli accordi di Parigi sul clima e quella sull'Iran, incide in modo profondo sui nostri rapporti". E la Ue ricorrre al Wto contro Usa e Cina (Sole p.5): nel mirino anche Pechino per violazioni delle proprietà intellettuale. Intanto, India e Corea aumentano i flussi, nel 2018 anche player come Taiwan e Vietnam hanno incrementato le vendite in Italia. Sul Sole (p.5) vengono riportate le simulazioni di Unicredit Research in caso gli Usa applicassero tariffe del 25% sulle auto: per i marchi tedeschi un conto fino a 20 mld.
Rajoy sfiduciato, premier il socialista Sanchez. Ma al governo manca una vera maggioranza (Sole p.7 e tutti). Si chiude l'era popolare. Decisivi i 5 voti baschi. I mercati hanno reagito senza scossoni al cambio di governo. Il politologo Villespin alla Stampa (p.13): "E' Podemos il vero rivale del nuovo governo. La fortuna si Sanchez è che la partita finanziaria, la più complessa, l'ha risolta Rajoy, quindi potrà cominciare con provvedimenti sui quali sarà più facile trovare consensi".

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