Commentario del 03.07.2018

IN PRIMA PAGINA
Economia in primo piano: il Cdm vara il decreto dignità. Licenziamenti più costosi e meno contratti a termine. DI Maio: "Jobs Act addio" (Stampa e tutti). Stretta su imprese e contratti (Corriere).  Arriva il maxi-indennizzo per i licenziamenti (Sole). Sui Giochi c'è il divieto di pubblicità ma è pasticcio sulle coperture (Messaggero). Un colpo all'azzardo e un freno al precariato (Avvenire). Il governo "di destra" fa cose di sinistra: meno precarietà e stop ai biscazzieri (Fatto). Giornale polemico: "Mazzata all'economia, senza dignità". E Libero scrive: "Di Maio fa la guerra ai precari per facilitare la disoccupazione".
Tra i temi politici, Bossi al Corriere: "Meridionali a Pontida? Meglio pensare al Nord".
Ampio spazio sui quotidiani alla crisi in Germania: trattative serrate Cdu-Csu per salvare il governo Merkel (Sole). "C'è l'accordo con i bavaresi", crisi tedesca verso la fine (Corriere). La pace tedesca non piacerà all'Italia: "Rimanderemo indietro i migranti già registrati" (Repubblica).
Migranti: altri 114 morti in Libia, ostacoli al piano (Corriere)
Mercati: Merkel e dazi tengono in rosso le borse Ue (MF). Monito Ue agli Usa: "Pronta una stretta da 300 mld" (Sole).
Thailandia, ritrovati vivi i baby calciatori nella grotta (Corriere e tutti).
Mondiali, Neymar lancia il Brasile. Belgiom rimonta pazzesca al 94esimo (Messaggero e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
Governo all'attacco del Jobs Act: ieri il Cdm ha varato il decreto "dignità" che contiene un pacchetto fiscale "leggero" e misure sul lavoro (Repubblica, Sole e tutti). Prevista la stretta sui contratti a termine: cala da 3 a 2 anni il periodo massimo per rinnovare i rapporti a tempo determinato. Ma già dopo il primo anno ritornano le causali e crescono i contributi a carico delle imprese. Previsto anche un maxi-indennizzo per le cessazioni illegittime: ai lavoratori spetteranno fino a 36 mensilità. Tra le altre misure contenute nel decreto: punizioni per le aziende che emigrano, che dovranno restituire gli aiuti ricevuti con sanzioni del 400%. Quanto al Fisco, rinviate su proposta di Tria la flat tax e la sanatoria, mentre resta lo spesometro. Addio agli spot sul gioco d'azzardo che promettono vincite in denaro. Di Maio: "Inizio a smantellare il Jobs Act" (su tutti). Ma Salvini si tiene lontano da un decreto considerato filo-Cgil (Stampa p.3). Ora per le imprese licenziare sarà più difficile, critiche le aziende. Giornale polemico: "Un decreto che ammazza il lavoro". E Libero aggiunge: mette a rischio 900 mila contratti a termine. Il presidente di Confindustria Vicenza, Vescovi al Corriere (p.2): "Il governo comincia a mettere il bastone tra le ruote, rischiano di appesantire le aziende, che saranno meno competitive. E' soprattutto il ritorno della causale il tema dirimente, che potrebbe aprire dei contenziosi in caso di mancata trasformazione dei contratti dal tempo determinato a quello indeterminato: il rischio è che non si assume per non avere cause di lavoro". Critico anche il presidente di Confindustria Lombardia Bonometti, che alla Stampa (p.3) dice: "Attenzione a non distruggere i posti di lavoro, la crescita degli indennizzi per i licenziamenti rischia di scoraggiare le assunzioni e gli investimenti dall'estero, mentre la reintroduzione della causale rischia di complicare le cose e aggiungere burocrazia. Delocalizzazioni? Si faccia distinzione tra chi internazionalizza l'azienda e chi cerca forza lavoro a basso costo all'estero". Il Fatto (in prima e p.2-3) apprezza le mosse del governo "di destra" che fa cose di sinistra: nonostante le critiche di industriali e sinistra, in molti credono si tratti di un testo che "ridà i diritti dopo 10 anni di buio".
Intanto, sul lavoro, luci ed ombre nel rapporto Istat: disoccupati giù al 10,7%, ma è record di contratti a tempo determinato (Corriere e altri). Bene le fasce 25-34 e over 50, ma aumenta anche il precariato. In generale, il tasso occupazionale sale al 58,8% e la disoccupazione scende al 10,7% (-0,7% rispetto al 2017, dato migliore dal 2012), quella giovanile passa al 31,9% e tra i 50-64 anni scende del 2,3%. Ma Di Maio parla di "record del precariato" e sottolinea come "non ci sia nulla da celebrare".
Uno dei temi assenti nel decreto "dignità" sono i voucher, che invece vuole reintrodurre per il settore agricolo il ministro Centiniaio, che a Repubblica (p.2) dice: "Gli agricoltori li rivogliono, la richiesta è sul tavolo di Di Maio: spero arrivino prima della vendemmia. Bisogna combattere il caporalato, sono disposto anche a mandare l'esercito nei campi".

POLITICA
M5S, la minoranza di Fico si allarga nei territori e incalza i governisti: anche se nelle Camere hanno pochi rappresentanti, promettono di farsi sentire nelle commissioni ed esprimere il dissenso nei confronti della linea politica del governo (Messaggero p.10). Repubblica (p.11) intervista il ministro per i Rapporti con il Parlamento Fraccaro: "Questo governo sta lavorando bene, la sinergia con la Lega è efficace e producente e sta consentendo di realizzare le proposte. Stiamo raggiungendo risultati importanti sull'immigrazione". Poi a proposito dei temi del suo ministero, dice: "La filosofia di questo governo è cambiare il rapporto per cui i politici chiedono fiducia ai cittadini. Consentiremo ai cittadini di controllare l'attività dei loro rappresentanti rendendo effettivi gli strumenti esistenti come il referendum abrogativo e introducendo il referendum propositivo con una riforma costituzionale". Poi, sulle Camere che procedono a rilento, Fraccaro spiega: "Se non inondiamo subito il Paese di nuove leggi, io sono contento, l'opzione preferibile e di migliorare la vita dei cittadini senza fare una legge". Intanto, un sondaggio Swg evidenzia i primi mal di pancia nel Movimento: il 28% degli elettori grillini è deluso e ammette che non rivoterebbe i 5S, mentre il 72% confermerebbe la scelta del 4 marzo.
Lega, rivoluzione a Siena: dopo il Comune, il Carroccio, insieme a Fi, si prende pure il palio (su tutti). Salvini lancia l'Internazionale populista: prima tappa a Vienna, poi viaggio in Svezia per sostenere la campagna elettorale nazionalista (Stampa p.6).  Intanto, dopo il successo di Pontida, il nuovo Carroccio mette le radici a Roma (Repubblica p.9): Salvini prepara l'ultima svolta interna, addio alle "regioni nazione" nello statuto. Ma il quartier generale resterà quello di via Bellerio. Bossi al Corriere (p.11) sulla prima Pontida senza di lui: "Non è una gara a chi porta più gente. Dalla Lega ci si aspettano risposte chiare ai problemi. Tante persone dal Sud? Ho visto solo una sacco di gente interessata ad essere mantenuta. I sondaggi danno la Lega al 30%, ma io non credo ai sondaggi: comunque se ogni giorno fai una promesse e sollevi polveroni, alla fine qualcuno finisci per tirarlo dalla tua parte. Ma oggi votano, domani ti voltano le spalle se non mantieni le promesse".
Su Messaggero (p.11), Fatto (p. 6) e altri, la decisione della Cassazione di respingere la richiesta di assoluzione nel merito e di confermare la "prescrizione" per Silvio Berlusconi sulla compravendita di senatori, per i quali pagò – secondo l'accusa – 3mln a Sergio De Gennaro (Idv) per votare la sfiducia a Prodi nel 2008: il reato diventa "corruzione impropria". Ora il Senato potrebbe chiedere i danni: già avviato l'iter alla Corte dei conti.
Pd, aria di rinvio per il Congresso, con Zingaretti che polemizza: "Hanno paura di me" (Repubblica p.8). L'accordo tra le correnti per la conferma di Martina allontana l'appuntamento a dopo il voto delle europee del 2019. Fassino al Corriere (p.13): "Dobbiamo ripartire con umiltà e aprendo un cantiere largo di discussione". Poi sulla guida del partito, dice: "Bisogna uscire dalla reggenza ed eleggere Martina a segretario a pieno titolo. In vista delle primarie, i nomi di Zingaretti, Martina, Orlando, Pinotti sono validi, ma non partiamo dai nomi: serve una nuova piattaforma ideale e programmatica".

ESTERI
Merkel-Seehofer allo showdown (MF p.6 e tutti): in Germania alta tensione nella maggioranza. Ieri Cdu e Csu sono arrivate a un passo dalla scissione, salvo poi trovare un accordo che sembra allontanare il rischio di una rottura. Il ministro bavarese, dopo aver attaccato la Merkel - "Non mi farò licenziare da chi mi deve il posto da cancelliere" -, tratta: sui migranti arriva il compromesso che prevede che i centri di transito siano a tempo determinato (Corriere p.6). "Accordicchio alla bavarese: Seehofer in frigo, Merkel salva" (Fatto p.13). Per Repubblica (p.6) l'accordo salva la Merkel ma inguaia l'Italia.  In caso di rottura tra Cdu e Csu le alternative sarebbero un esecutivo di minoranza, una nuova grande coalizione o il ritorno al voto (Sole p.17). Elmar Brok al Corriere (p.6): "La Merkel ha le idee chiare e non voleva licenziare Seehofer, anche perchè non si può licenziare uno che si vuole dimettere". Intanto, Fubini sul Corriere (p.7) analizza la situazione tedesca: il Paese è alle prese con la sindrome del declino, il suo modello economico è stretto tra il protezionismo americano e il protagonismo cinese. A pagare è soprattutto il comporto auto.
Dazi Usa sull'auto, Ue pronta a ritorsioni per 300 mld (Sole p.5, Stampa p.20): la Commissione europea invia una lettera a Washington in cui protesta sulla possibile introduzione dei dazi sulle auto importante dall'Ue, mostrando come il primo Paese ad essere penalizzato sarebbe proprio l'America. Nonostante gli avvertimenti europei e la Borsa in sofferenza, Trump non cede (Repubblica p.24). Sui dazi, intanto, arriva l'avvertimento di Mattarella: "Sono una minaccia per tutti" (Messaggero p.15 e altri). Parole del capo dello Stato che per Verderami (Corriere p.5) sono una sponda al premier Conte, che è sembrato critico sulle "protezioni" immaginate da Salvini e Di Maio per proteggere l'economia italiana. "Servono controlli alle frontiere, cose che i miei predecessori hanno trascurato" dice il ministro Centinai a Repubblica (p.2) a proposito della sofferenza dei produttori di riso per le importazioni dall'Oriente.

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